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Il tifoso, il giornalista, la Mosca e la Pulce

Storia di “Muchachos”, la canzone dedicata a Lionel Messi e Diego Armando Maradona che ha accompagnato la nazionale argentina alla conquista della Coppa del Mondo 2022

  • 19 dicembre 2022, 13:10
  • 14 settembre 2023, 09:20
Messi

Miglior giocatore del torneo

  • Keystone

L'abbiamo sentita cantare decine di volte dall'inizio dei Mondiali di Qatar 2022, e ormai sappiamo che è una storpiatura di Muchachos, esta noche me emborracho del gruppo La Mosca: “Muchachos, ahora nos volvimos a ilusionar / Quiero ganar la tercera, quiero ser campeón mundial / Y al Diego, desde el cielo lo podemos ver / con Don Diego y con La Tota, alentándolo a Lionel”. Quindi, traducendo in maniera poco letterale: “Ragazzi, oggi torniamo a sperare / Voglio vincere la terza, voglio essere campione del mondo / E Diego, lo vediamo nel cielo / con Papà Diego e Mamma Tota, che fanno il tifo per Lionel.” Però c'è qualcosa di più di una semplice improvvisazione da stadio, nella storia di questa canzone. Che è stata voluta, cercata, conquistata con l'aiuto del destino, quasi come il terzo titolo mondiale dagli argentini. E chissà che non sia stata parte di quella trasformazione che tutti hanno riconosciuto a Lionel Messi, da campione a leader. A volte la musica fa miracoli.

Muchachos, la canzone dell'Argentina

Andiamo con ordine.
I protagonisti di questa storia sono un giornalista, un insegnante di teologia grande tifoso di calcio (chi vede queste due passioni in contraddizione forse si è perso l'esempio più illustre) e il già citato gruppo ska/pop che ha visto i suoi giorni migliori nei primi Duemila (ad esempio con la hit mondiale Para no verte mas).
I giorni sono quelli successivi alla vittoria argentina in Copa América nel luglio 2021, ancora più dolce perché arrivata in casa degli arcirivali brasiliani: due mesi dopo, con l'Argentina ancora ebbra di felicità calcistica – a dire il vero, l'unico motivo per sorridere in un momento economico e politico difficile – in occasione della partita di qualificazione ai mondiali contro la Bolivia il giornalista Matías Pelliccioni ha fatto una richiesta speciale a chi lo seguiva sul suo account Twitter: “Prendete carta e penna, e inventate delle nuove canzoni da cantare giovedì sera allo stadio”. E la sua strada si è incrociata con quella di Fernando Romero, improvvisato paroliere della nuova versione di Muchachos.
Fernando ha poco più di trent'anni, vive a Buenos Aires; tifa Racing e, come detto, insegna teologia. Aveva già buttato giù le prime parole della canzone nel 2020, subito dopo la morte di Maradona: “Sono nato in Argentina, terra di Diego e di Lionel...”. La sua idea, ha dichiarato Romero ai giornali successivamente, era quella di realizzare una canzone che cancellasse la falsa rivalità – quasi una frattura – tra Messi e Maradona che sembrava essere stata creata ad arte dai media argentini. “Dopo aver vinto la Copa América, il primo torneo senza Diego, a maggior ragione sentivo che ci stava accompagnando. Tifando, soprattutto, Lionel. Volevo una canzone che li unisse, visto che loro sono sempre stati uniti: si sono presi cura l'uno dell'altro e hanno sempre dichiarato il loro amore reciproco”. Sono parole che non stupiscono, in bocca a un tifoso-teologo, e del resto bene si legano ai riferimenti all'aldilà presenti nella canzone. Così come si legano all'“estasi di ispirazione” da cui Romero ha detto di essere stato colpito quando l'ha scritta.
Al di là di ogni riferimento religioso, a far diventare virale la canzone è stata poi la televisione: Fernando e alcuni amici l'hanno cantata in diretta durante la trasmissione di Pelliccioni (qui le versioni riportare sui giornali divergono: alcuni parlano di un incontro casuale, altri di un appuntamento preso tramite social media, ma la sostanza non cambia granché), e il giorno dopo al coro si era unita l'intera Argentina. Romero ha ricordato di recente sui media argentini quel periodo: “Dopo 10 minuti di trasmissione, il mio cellulare stava già esplodendo. È stato pazzesco. E l'altro boom è stato il giorno quando hanno iniziato a girare i video dei giocatori che la cantavano. Sono rimasto a bocca aperta”. La squadra in effetti l'ha fatta propria – Messi stesso ha confessato in un'intervista dei giorni scorsi che è la sua hit preferita tra i canti dedicati all'Albiceleste.
Buffo pensare invece che Fernando Romero non vede la nazionale allo stadio da più di vent'anni, perché dice che “quando si tratta di spendere soldi per una partita, vado a vedere il Racing”.

Sia come sia, oggi Fernando è ufficialmente coautore di una hit globale: Guillermo Novellis e i La Mosca hanno infatti lanciato la nuova versione di Hermanos a metà novembre, in tempo per l'inizio dei Mondiali. Il resto è – a questo punto possiamo dirlo – storia.

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