È passata un’ora dalla fine del concerto e sono già pronti per partire alla volta della prossima destinazione. Hanno suonato alla Northwestern State University in una piccola cittadina della Louisiana dal nome curioso, Natchitoches. Il prossimo concerto è previsto a Sherman in Texas, a circa 500 chilometri di distanza, più o meno 5 ore in macchina. Per comodità hanno preferito prendere un piccolo aereo.
È la sera del 20 settembre 1973 e assieme a lui ci sono altre cinque persone. Jim Croce, ha compiuto da poco 30 anni e finalmente le cose hanno cominciato a girare bene. Ci ha messo un po’ a carburare. Qualche anno prima era stato sul punto di mollare, aveva venduto tutto, tranne una chitarra, e aveva cercato un lavoro regolare. Sua moglie aspettava un figlio e la musica non fruttava abbastanza.
Poi però la “passionaccia” aveva rialzato la testa. Subito dopo la nascita del bambino, d’accordo con la moglie Ingrid, fa un ultimo tentativo: “O la va o la spacca”. La va. I provini che ha mandato ad un amico produttore gli permettono di firmare un contratto con la ABC records per tre album. Sia “You don’t Mess Around with Jim” che “Life and Times” vanno molto bene; diversi singoli passano regolarmente in radio, comincia ad apparire sempre più spesso in televisione, suona in giro per gli Stati Uniti, con qualche capatina anche in Europa. Finalmente si è fatto un nome. Mancano pochi giorni alla pubblicazione del nuovo album “I Got a Name”, registrato assieme a Maury Muehleisen, fidato amico e chitarrista sopraffino. Lo accompagna in tour e anche lui attende il decollo.
Eppure, anche se le cose vanno bene, anche se ha finalmente successo, per Jim qualcosa non torna. Gli mancano Ingrid e il piccolo Adrian James, sta pensando seriamente di cambiare mestiere. Lo ha scritto alla moglie: “Non mi va più di essere sempre in giro, voglio fare qualcosa che mi permetta di stare più tempo a casa, con te e il bambino. Penso di mettermi a scrivere: articoli, saggi, sceneggiature, qualcosa del genere…”. La lettera è stata imbucata un paio di giorni prima.
La visibilità non è un granché e nemmeno la salute del pilota (lo si scoprirà dopo: aveva problemi cardiaci). Il piccolo velivolo con Jim, Maury e gli altri si alza in volo, ma la corsa finisce dopo pochi secondi contro un albero. Lo schianto non risparmia nessuno.
Sono passati 50 anni dalla scomparsa di Jim Croce ma sono ancora tanti i fan di questo cantautore italo-americano che sapeva accostare generi musicali (blues, pop, folk) e parole con un tocco sempre riconoscibile: leggero, ironico e profondo allo stesso tempo. Le canzoni che ci ha lasciato sono relativamente poche (poco più di una cinquantina) ma tra queste troviamo diverse gemme che vale la pena ricordare: “Time in a Bottle”, “You don’t Mess Around With Jim”, “Bad, Bad Leroy Brown”, e quello che viene considerato uno dei suoi capolavori, “Operator”.
La storia di “Operator” (da “L’amore e altre deviazioni”, rubrica di Alphaville - Rete Due, da lunedì a venerdì, 11.00 – 13.30 – trasmessa il 4.7.2023).
L’amore e altre deviazioni... con Sergio De Laurentiis (2./5)
L'amore e le altre deviazioni 04.07.2023, 12:05
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