Musica e Poesia

Quando Alfonsina Storni mise in poesia la città di Buenos Aires

La poetessa di origini svizzere lasciò da piccola Capriasca per l’Argentina - Nelle “Cronicas” e nelle poesie descrisse l’espansione della capitale sudamericana

  • 20 settembre, 16:00
31:34

Alfonsina Storni

Voi che sapete... 18.09.2024, 10:00

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Di: Red. 

Alla fine del XIX secolo, l’economia argentina attira a Buenos Aires migranti di diverse culture, tra cui molti ticinesi. Alfonsina Storni, poetessa e proto-femminista, vive un’esistenza segnata da successi e avversità, culminando in suicidio, mentre Jorge Luis Borges, di poco più giovane, si forma in Europa e torna in Svizzera, dove è sepolto.

Entrambi contribuiscono al tango, simbolo di un’arte migratoria, portando con loro immagini e suggestioni delle loro rispettive terre natali.

Oggi, in un contesto di migrazioni e contaminazioni globali, si discute del valore dello scambio culturale e della memoria dei luoghi attraverso il tango. Alessandro De Rosa ne discute con Silvia Berselli, storica dell’architettura (e appassionata tanguera) e Martin Troncozo, cantante, chitarrista, compositore di tango.

Racconta Silvia Berselli: “Il tema del legame fra musica e città è molto forte. Il tango, in particolare, permette di raccontare molte partri della città ed anche di conservarne la memoria. Storni nasce a Capriasca e poi emigra molto presto con la famiglia in Argentina. Arriva a vent’anni a Buenos Aires con un figlio di cui non ha mai dichiarato il padre. Buenos Aires è una città “moralista”, ed accetta quindi a fatica questa sua condizione. Per mantenersi scrive delle piccole paginette, “Cronicas”, nelle quali fa delle piccole istantanee, come dei quadretti, di Buneos Aires. La città sta diventando una grande metropoli. Nelle “Cronicas”, ed anche nelle sue poesie, descrive la città, le donne ad esempio che dalla periferia vanno a lavorare verso il centro... Sono due forme completamente diverse. Le poesie sono state poi messe in musica”.

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