Nuria Schönberg Nono nasce nel 1932 a Barcellona, dalla madre Gertrude, librettista d’opera, e dal padre Arnold Schönberg, compositore viennese e ideatore della tecnica dodecafonica.
La musica fa parte della sua vita. Figlia di Schönberg, sposa Luigi Nono, il veneziano compositore emblema delle neoavanguardie del secondo dopoguerra. In una donna, dunque, due generazioni di musicisti che hanno segnato la musica del ventesimo secolo.
Si tratta di una bella storia che meriterebbe anche un film, una storia densa di incontri, viaggi, scoperte. Nuria è una donna che ha saputo essere vicina a Nono anche con un ruolo di supporto nelle sue attività, come lei stessa racconta a Musicalbox (qui il video integrale dell’intervista e uno stralcio testuale): «Fare la moglie di un compositore – dice – può anche essere un mestiere».
«Ero cresciuta in America, dove praticamente nessuno sapeva chi era mio padre, anche se io e i miei fratelli eravamo sempre consapevoli della sua importanza. Da bambina qualcuno mi domandò: cosa fa tuo padre? Io dissi, è il compositore più importante del mondo. E lei rispose: ah, allora sarete molto ricchi. Dico, no, abbiamo pochi soldi. Oh, sorry, dice lei…».
«Dopo la morte di mio padre, Gigi venne ad Amburgo per ascoltare una sua opera… Venne presentato a mia madre e a me da Hans Heinz, un critico tedesco molto importante che aveva anche conosciuto molto bene mio padre. Dopo l’esecuzione c’è stata una grande cena e subito Gigi io ci siamo avvicinati.... È stata una cosa veramente strana perché eravamo seduti abbastanza lontani, in parti diversi del tavolo, e mia madre era in fondo da un’altra parte. Lui ha cominciato a farmi domande su mio padre: cosa faceva, com’era, cosa pensava di questo, cosa pensava di quello… Parlavamo in tedesco, perché lui non sapeva l’inglese, e a un certo momento mi ha chiesto una cosa sul governo americano… Ma per rispondere non mi veniva in mente la parola governo in tedesco. Ricordo – e quasi arrossisco ancora – che sentii un’intensità di rapporto con lui, tanto che avevo subito bisogno di sapere come si dice governo, e così ho gridato a mia madre: mamma, mamma, come si dice governo? E lei che era lontanissima mi risponde… Ed è continuata così questa conversazione. Aveva questi occhi di un’intensità incredibile che ti calamitavano. E poi sono stata con mia madre a Roma durante il festival di musica contemporanea del ’54. Lì ho sentito per la prima volta la sua musica. Poi sono tornato in America, ci siamo scritti per un anno, e poi sono tornata a Darmstadt, dove ci siamo incontrati e poi e fidanzati».
Intanto Nono scrive Liebeslied, una musica nata dall’incontro con Nuria. Racconta lei stessa: «Liebeslied mi è arrivato a Los Angeles dopo qualche mese che ci eravamo conosciuti, insieme a numerose cartoline, bellissime lettere. Di queste capivo pochissimo, perché il suo tedesco non era proprio perfetto. La sua scrittura è quasi impossibile da leggere. Lui scriveva cartoline, e una cartolina durava anche una settimana perché prima di decifrare le parole ci mettevo un bel po’. Faceva delle cose bellissime. Ad esempio, mi mandava immagini di Venezia, poi diceva: Questo posto ti conosce già. Erano veramente molto poetiche e belle e io sono stata conquistata».
«È stata una vita bellissima e sempre molto intensa. Le esecuzioni, le prime esecuzioni delle opere, hanno sempre bisogno di una crisi, di una catastrofe, prima di arrivare all’esecuzione. Per cui c’era molta tensione nella quale io avevo una mia funzione di calmare, di parlare con le persone, di essere presente anche umanamente. E questo per me era molto importante. Spesso mi dicono: ma non avrebbe voluto fare una vita sua, non essere sempre all’ombra di quest’uomo? Non ero proprio l’ombra, perché uno può avere anche una funzione diversa da quella che sarebbe un lavoro in un ufficio o un lavoro qualsiasi. Insomma, anche fare la moglie di un compositore può essere un mestiere».