“Stranger sono io in primis, che non mi conoscevo in una situazione sconosciuta come quella di essere papà”. Incognite, liete, messe in musica da Andrea Bignasca. “Stranger”, sconosciuto. O sconosciute, come la figlia che sarebbe arrivata e la sua compagna nelle nuove vesti di mamma. Stabilitosi da qualche anno a Lisbona, anche per il suo quarto album il cantautore ticinese non perde il pallino per i giochi di parole. Così il titolo del disco, oltre a descrivere il ritrovarsi in qualche modo estranei a un certo punto della vita, sottolinea la volontà di creare qualcosa di “more strange”, di più strano.
Pur non perdendo di vista le coordinate del rock genuino mantenute fin da inizio carriera, Andrea Bignasca ha voluto che il nuovo album fosse più prodotto. Un suono più ricco, più effettato, che andasse al di là di ciò che una band può suonare in una stanza.
Nella capitale portoghese si sta ambientando, i luoghi e le facce cominciano a essere familiari, le abitudini si stanno radicando. Tanto da essere pronto a restarci anche nel prossimo futuro. Della terra d’origine gli mancano, afferma, le stagioni un po’ più definite. Con il nostro paese il rapporto rimane forte; è da noi che si svolge il grosso della sua carriera. Dal Portogallo alla Svizzera, da musicista a papà. Doppie vite tra cui alternarsi, cercando sempre di avvicinare lo sconosciuto che è in lui.