Musica country

Beyoncé e la musica country

‘Cowboy Carter’, il nuovo disco di Beyoncé, invita a interrogarsi su come la musica country e, per estensione, ogni genere musicale, possa continuare a crescere e trasformarsi

  • 28 marzo, 17:09

Beyoncè e il country: un caso

Telegiornale 24.03.2024, 20:00

  • X - Beyoncé
Di: Estelle Travella

L’annuncio dell’uscita di ‘Cowboy Carter’ e il successo di ‘Texas Hold ‘Em’, ha innescato un’importante conversazione su cosa definisca il country musicale e chi abbia il “diritto” di parteciparvi. Mentre Beyoncé utilizza questo album come veicolo per esplorare e giocare con i confini musicali, le reazioni hanno evidenziato una divisione più profonda all’interno del genere e della sua percezione culturale.

Innovazione e Tradizione: una conversazione in corso
L’anticipazione che circonda ‘Cowboy Carter’ riflette la curiosità e l’interesse per come Beyoncé intenderà esplorare e interpretare il country. Attraverso il suo lavoro, si unisce a una serie di artisti che, nel corso della storia, hanno allargato e ridefinito i confini del genere. Rhiannon Giddens - musicista folk che ha collaborato con l’artista in ‘Texas Hold ‘Em’ - sottolinea come l’arte afroamericana sia un componente fondamentale di questo tessuto musicale, contrapponendosi alla narrazione che lo vorrebbe dominio esclusivo di una specifica demografia e proponendo un dialogo sulle diverse influenze che hanno plasmato il genere.

Radici Afroamericane
Approfondire la storia di questa tradizione significa riconoscere le sue radici afroamericane, spesso trascurate nella narrazione mainstream. La creazione del banjo, uno degli strumenti chiave in questo immaginario, da parte degli schiavi africani e la presenza di figure come DeFord Bailey, un armonicista afroamericano e membro originale del programma radiofonico Grand Ole Opry, sottolineano la ricca tessitura multiculturale del genere.

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Un genere in continua evoluzione
La discussione sull’autenticità e l’appartenenza di Beyoncé alla tradizione musicale solleva domande più profonde su cosa renda un brano o un album veramente “country“. Alcuni sostengono che, nonostante il talento di Beyoncé, ‘Texas Hold ‘Em’ non rifletta l’autentico spirito country, sottolineando che la produzione musicale va oltre l’adozione di simboli esteriori, come cappelli da cowboy o temi rurali. Questa percezione evidenzia un dibattito più ampio sulla “autenticità” e su chi possa o debba definirla. La storia ci insegna che il genere è sempre stato in evoluzione, influenzato da una varietà di suoni e culture.

Il contributo di artisti come Ray Charles con il suo album “Modern Sounds in Country and Western Music” e il rapper Lil Nas X con “Old Town Road” alla conversazione sul country dimostra che la sperimentazione e la fusione dei generi sono processi naturali che arricchiscono la musica, piuttosto che intaccarne l’autenticità. Artisti come Dolly Parton con “Islands in the Stream” e Shania Twain con “You’re Still The One”, dimostrano come artisti storici di questa categoria abbiano sperimentato con successo altri generi. Willie Nelson, con il suo album “Stardust”, ha esplorato standard del jazz e del pop, mostrando un’altra dimensione della sua arte e delle sue radici.

Appartenenza e Identità
L’attesa per ‘Cowboy Carter’ solleva questioni riguardo alla diversità e all’inclusione nel country. Questo dialogo si estende oltre il genere, toccando l’intera industria musicale e sfidando l’immaginario limitato spesso associato ai generi musicali. Riflettendo su questo esempio, si apre una conversazione più ampia sulla necessità di riconoscere e valorizzare le diverse voci e storie che compongono il panorama musicale, andando al di là di concezioni formulate dall’industria musicale e discografica.

Oltre l’attuale narrazione
L’anticipazione per ‘Cowboy Carter’ ci invita a interrogarci su come la musica country e, per estensione, ogni genere nel panorama musicale, possa continuare a crescere e trasformarsi, accogliendo nuove influenze e prospettive. L’album promette di essere non solo una significativa aggiunta al repertorio di Beyoncé ma anche un invito a riflettere su come i generi musicali vengano definiti, percepiti e, infine, consumati. Ciò che emerge da questo dialogo è un’opportunità: quella di abbracciare un futuro in cui la musica possa trascendere le categorizzazioni, celebrando un panorama musicale più inclusivo e rappresentativo, riconoscendo e valorizzando le molteplici dimensioni della nostra eredità culturale.

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