Un po’ un funambolo, un giocoliere, un cantastorie, un ballerino. Quando Jovanotti si muove sul palco può diventare tutto. Salta, corre, volteggia o ancora sembra muoversi al rallentatore. È tutta questione di ritmo, la stessa sostanza di cui sembra essere fatto anche lui. E ancora una volta, con il suo tour partito da poco, sta dimostrando che non se n’era mai andato, stava solo aspettando l’occasione per farci sapere che certe cose non cambiano, anzi, se le lasci ferme per un po’, tornano più forti di prima.
Chi è già stato a un live di Jovanotti sa che probabilmente non starà granché fermo: è un concerto, ma anche un party («È qui la festa?»), un gigantesco dancefloor, un dj set. Difficile non ballare e se per caso ti distrai per un attimo te lo ricorda lui, di continuare a muoverti. La data all’Unipol Forum di Milano in cui sono stata non ha fatto eccezioni.
Il PalaJova è partito a inizio marzo e continuerà in giro per i palazzetti d’Italia - con una data all’Hallenstadion di Zurigo questa sera - portando in giro la sua energia, le sue canzoni e la sua band, composta da 13 musicisti e coristi che lo attorniano. Un tour che arriva poco dopo la pubblicazione del suo ultimo album Il corpo umano vol. 1 e in seguito al grave incidente in bici avvenuto a Santo Domingo nel 2023, che lo ha tenuto fermo per diverso tempo.
Cappellino, ballerine ai piedi e ampi pantaloni sorretti da bretelle. Così Jovanotti si muove tra i colori, sotto i giganteschi fiori che si aprono e si chiudono sul soffitto, sopra al suo tappeto (che dice di essersi portato da casa) e davanti alle immagini alle sue spalle che mutano senza sosta. A un certo punto, il suo viso viene trasformato in tempo reale dall’AI: diventa un altro uomo, una donna, poi David Bowie, Elvis Presley, Taylor Swift, Bob Marley. Un plauso ai visual che sono pazzeschi e rappresentano i mille mondi evocati dalle canzoni. Fuochi d’artificio per Il più grande spettacolo dopo il Big Bang, il sole per Mezzogiorno, alberi e animali variopinti per Mi fido di te.
Hit del passato, tante. Però non le canta in successione, te le fa aspettare, desiderare. Le alterna a quelle nuove e più recenti, le mescola, le remixa. A Jovanotti piace parlare al suo pubblico, ringraziarlo, introdurre le canzoni. A volte si dilunga o si ripete, non si capisce bene dove vuole andare a parare e allora ti perdi, cerchi di recuperare ma ecco che la musica riparte. Circa a metà del concerto, forse a causa di una sequenza di pezzi meno mainstream, noto che l‘energia generale (o solo la mia?) è un po’ in calo. Ecco che però alle 23, quando sta cantando da due ore, Jovanotti urla nel microfono: «Cominciamo Milano!» Ma come cominciamo? Sì. L’estate addosso esplode dalle casse e tutto intorno, con le immagini del Jova Beach Party che scorrono. Mi guardo intorno e vedo persone di tutte le età, famiglie, coppie, amici, tutti che cantano con il sorriso sulle labbra. Qualcosa vorrà pur dire.
Jovanotti si racconta
RSI Info 18.01.2018, 06:30
Qualche giorno fa Cesare Cremonini, dopo aver assistito a una data del PalaJova, ha scritto un post dedicato all’amico dicendo che «come sempre un concerto di Lorenzo ti ricorda alcune cose che la vita a lungo andare cerca di farti dimenticare». Sono d’accordo. Penso che quelle cose siano legate all’infanzia: quello sguardo aperto sul mondo, quel candore, quell’ottimismo indistruttibile, quel modo di ballare come se nessuno ti guardasse. D’altra parte, le ultime parole che Jovanotti ha detto a fine show prima di abbandonare la scena sono state: «In questi tempi così complessi bisogna nutrirsi di luce e di allegria e noi questa sera l’abbiamo fatto». Il suo intento, chiaro e adamantino, è sempre stato questo. C’è chi lo accusa di farsi portatore di un’idea di positività tossica, eccessiva. Io invece penso che se esci da un suo concerto con il barometro della gioia che punta un po’ più in alto di quando sei entrato, be’ allora ne è valsa la pena.
Jovanotti : 'Voglia di tornare a stare insieme'
RSI Cultura 27.05.2022, 09:39