La stagione dei festival è alle porte! Fenomeno che demarca ormai l’inizio dell’estate, questi eventi si sono evoluti e trasformati nel corso degli ultimi anni: da movimenti sociali a piattaforme per artisti fino a vere e proprie esperienze a 360 gradi. Ecco quindi alcuni festival che hanno fatto la storia – nel bene e nel male.
Monterey Pop Festival (1967)
Fenomeno che affonda le sue radici negli anni ‘60, i festival nascono come simboli di controcultura e ribellione. Il primo a lanciare questo movimento fu il Monterey Pop Festival (California), che nel 1967 dà spazio a dei giovanissimi Jimi Hendrix, Janis Joplin e The Who e apre così la strada a eventi iconici come Woodstock ‘69, Glastonbury ‘70 e i raduni sull’isola di Wight. Ma il 1967 è anche l’anno di nascita del Montreux Jazz Festival, che si presenta al mondo invitando artisti del calibro di Miles Davis, Keith Jarret, Nina Simone ed Ella Fitzgerald.
Anni ‘90-2000
Un salto nel tempo ci porta all’epoca d’oro dei festival musicali come li conosciamo oggi. Tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio dei 2000 questi eventi crescono esponenzialmente, con musicisti celebri e strutture più elaborate. In questo decennio anche il Paléo di Nyon, fondato negli anni ‘70, compie un salto di popolarità con line-up sempre più ambiziose, che lo porteranno a essere uno dei festival più importanti d’Europa.
Reading and Leeds Festivals
Con un boom di artisti rock, indie e alternative, il Regno Unito diventa terreno fertile in questo periodo. I festival “gemelli” di Reading e Leeds attirano grandi folle con performance di band iconiche come Nirvana, Oasis e Radiohead e diventano pilastri del circuito britannico.
Lollapalooza
Anche oltreoceano l’offerta si espande a macchia d’olio. Il Lollapalooza, fondato dal frontman dei Jane’s Addiction Perry Farrell, nasce nel 1991 come festival itinerante negli Stati Uniti. La prima edizione è un evento storico per il rock alternativo e contribuisce a creare una nuova concezione di festival. Negli anni 2000 diventa un appuntamento fisso a Chicago e si estende in altre città come Berlino, San Paolo e Buenos Aires.
Oggi?
Dagli anni ‘60 ad oggi, la “festival fever” si fa sentire sempre di più e ormai si può definire un vero e proprio fenomeno culturale del calendario estivo. Negli ultimi vent’anni l’evoluzione dei festival li ha portati ad essere sempre più esperienze sociali e, a volte, simbolo di status per chi vi partecipa.
Coachella
Uno dei casi più celebri è il Coachella Valley Music and Arts Festival, che dalla sua prima edizione nel 1999 è cresciuto fino a diventare uno degli appuntamenti musicali più redditizi e influenti del mondo. Nonostante le line-up prestigiose, la musica è oggi meno importante rispetto al passato: parteciparvi (tra il pubblico o tra gli artisti) è ormai diventata, per molti, una questione di status sociale.
Esperienze di lusso
La presenza di aree VIP, servizi di lusso e un’attenzione particolare alla moda e a influencer sono fattori sempre più comuni nei festival di oggi. Il che, inevitabilmente, solleva domande riguardo alla perdita dello spirito autentico e del legame con la musica. Qualcuno ha detto “Fyre festival”?
Roskilde e beneficenza
Malgrado queste tendenze, non tutti spingono sulla FOMO: esiste una miriade di festival più piccoli, spesso concentrati su un sottogenere musicale specifico, nei quali la passione per la musica è ancora il fattore trainante per organizzatori e partecipanti. E poi ci sono eventi come il Roskilde Festival in Danimarca, che si distingue per la sua enfasi sulla sostenibilità, l’inclusività e la beneficenza: tutti i guadagni della manifestazione vengono donati ad organizzazioni culturali e umanitarie.

Incontri d’estate con la RSI
RSI Alla RSI 20.06.2024, 13:38
Carlo Maver
Musicalbox 20.06.2024, 10:00
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