Con Barbicop si parte per un’escursione nella fantascienza in chiave poppeggiante. Ascoltando “Electric by Feel!”, così come gli altri brani più recenti del suo repertorio, ci si fa un po’ androidi, un po’ robottini, ma senza scomodare le pecore elettriche di Dick, senza prendersi troppo sul serio.
Far convivere gli opposti, stuzzicare il nostro stupore per lasciare un segno. È ciò che si propone di fare Barbicop. La musicista vodese si è cucita addosso questi abiti futuristici – o forse, come vedremo, retrofuturistici – per allietarci e allo stesso tempo confonderci con la sua musica.
Barbicop è la cronaca di una trasformazione in corso d’opera. Andando a frugare nei pezzi a disposizione su Mx3, si coglie come nell’ultimo anno e mezzo abbia fatto un passo deciso verso un’altra versione di sé. Quella che gioca molto di più con la tecnologia o anche solo con il richiamo al mondo digitale.
Voci artificiali oppure filtrate, atmosfere elettroniche un po’ sospese portate sulla terra da battiti marcanti. Barbicop sguazza fra i suoi collage dove fanno capolino frizzi e lazzi: un telefono che suona, l’effettino di un vecchio videogioco. Maneggiare il già sentito per sorprendere ancora.
“Electric by Feel!” è una surfata ironica nell’idea di futuro così come potevamo averla in passato. Un frutto strambo quanto succoso.