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Sporco è bello, garantiscono i Broken Bridge

Nelle distorsioni di “Without Punishment” c’è l’approccio diretto al rock’n’roll del trio vodese

  • 2 ore fa

Broken Bridge - Without Punishment

RSI Cultura 26.07.2024, 08:00

Di: Andrea Rigazzi

Quando fai partire i pezzi dei Broken Bridge, ti sembra di aver viaggiato in una capsula del tempo con destinazione gli anni Sessanta. Non però i Sixties dalla faccia pulitina, da bravi ragazzi, dei Beatles (sempre siano lodati, lo scrivo a scanso di equivoci): qui, piuttosto, ci troviamo in territori garage, il rock suonato dai ragazzi statunitensi di allora nelle rimesse di casa loro.
Una musica casereccia, che assorbì queste condizioni ambientali eliminando i fronzoli e ammantandosi di un suono ispido, diciamo pure sporco. Già si potevano cogliere, allora, i germi del punk, che sarebbe arrivato nel decennio successivo.  

La musica impacchettata dai Broken Bridge è garage punk genuino, di buona fattura. Volendo spacchettare, abbiamo le chitarre che gracchiano e grattano come tradizione vuole e ritmiche semplici, primitive, aggettivo quest’ultimo che negli ambienti in cui ci stiamo muovendo suona come un complimento.
I pezzi dei Broken Bridge possiedono un’elevata carica energetica, portano con sé un’atmosfera di festa; epperò nei loro testi trovano posto argomenti non proprio frivoli, come i problemi della società e degli esseri umani che la compongono.

“Without Punishment”, la canzone selezionata questa settimana, fa parte dell’album “Love & Sweetness”. Un disco d’impatto, rumoroso, in cui la sporcizia è presente, sì, ma nei punti giusti. In certi generi ogni patacca è una medaglia, le irregolarità del suono sono motivo d’orgoglio, elemento identitario. E non sia mai che i Broken Bridge abbiano un suono levigato!

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