C’è qualcosa di agricolo nella filosofia dei Worries and Other Plants. Perché come rimedio contro le preoccupazioni, contro i pensieri più cupi e assillanti, la band sangallese consiglia di seminare musica, così da eliminare queste malerbe facendo crescere la bellezza dell’arte.
Worries and Other Plants è un gruppo coltivato… in salotto. È nella comodità del soggiorno che dio, artefice del gruppo, ha riunito i suoi amici per dare vita a una realtà che assembla in sé molti linguaggi artistici. La musica, certo, ma anche il cinema, la grafica, la fotografia. Una celebrazione dell’estetica, oltre che della ciclicità delle esperienze di vita, con quest’ultima a ricollegarsi alla metafora dal pollice verde di cui all’inizio.
È nato così “Travel in Cycles”, il disco 2024 del gruppo. Psichedelia ad ampio spettro, che si immerge nel tribalismo con vista sul mondo di pezzi come “Isernia” e quello che dà il titolo all’album, nuota dove le acque si fanno più scure e le chitarre più acide (“Antidote”, “Forever”) e riemerge brillante e variopinta in “Rainbows”, la canzone in vetrina questa settimana.