Società

66 luoghi per la cultura indipendente in Ticino

Presentata una prima mappatura di luoghi che potranno accogliere gli eventi dalla cosiddetta cultura indipendente. È il primo passo verso una cantonalizzazione della tematica dopo che per anni la riflessione era stata onere e onore della città di Lugano

  • 2 ore fa
  • 2 minuti fa
14:31

Marina Carobbio sulla mappatura dei luoghi per la cultura indipendente

Alphaville 13.03.2025, 11:00

  • Tipress
  • Enrico Bianda, Alphaville
Di: Enrico Bianda/Red. 

Appuntamento consueto in questo periodo dell’anno con la Conferenza cantonale della cultura, arrivata nel 2025 alla sua 18esima edizione. L’appuntamento, organizzato dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) ha assunto quest’anno un significato ulteriore, arrivando a circa un anno di distanza dalla consegna della Carta della Gerra: un documento sottoscritto da più di 700 realtà appartenenti al mondo della cultura indipendente, che in 5 punti, a inizio 2024 chiedeva nuovi spazi per la cultura indipendente.

E Ieri, appunto, alla Conferenza cantonale della cultura è stata presentata una prima mappatura di tutti quei luoghi, nel cantone, che potrebbero ospitare operatori o eventi legati alla cultura indipendente. Bozza per il momento provvisoria, la cui definizione è attesa per ottobre 2025.

All’indomani della conferenza Alphaville ha fatto il punto su questa mappatura di luoghi per la cultura indipendente con Marina Carobbio Guscetti, Capo Dipartimento del DECS.

«È stata una mappatura diciamo parziale. Abbiamo chiesto alle amministrazioni comunali di compilare un documento elencando gli eventuali fondi inutilizzati (quindi immobili e altri fondi che sono sfitti o inutilizzati). Da questi dati abbiamo ottenuto circa 65 risposte, tra cui quelle delle principali città ticinesi, su un totale di 106 comuni. Ciò non vuol dire ancora che questi spazi verranno utilizzati perché bisogna capire con chi porta avanti la cultura indipendente se effettivamente sono adeguati. Tra questi edifici ci sono edifici come ex case comunali, ex edifici scolastici, ex uffici postali o amministrativi, depositi, eccetera».

«In Ticino è la prima volta che si parla di cultura indipendente a livello istituzionale, a livello politico. In Svizzera, invece, è da anni che se ne parla e che questi spazi sono stati trovati e messi a disposizione dagli enti pubblici, in particolare da città e comuni. Quindi, anche vedendo queste esperienze positive nel resto della Svizzera, riteniamo che questo approccio di lavorare sia fondamentale, coinvolgendo i comuni che hanno edifici pubblici inutilizzati. Va inoltre ricordato che la cultura indipendente è un settore importante nel Cantone che vede impiegate numerose persone e che quindi è anche un settore economico, un settore della società molto importante, riconosciuto anche da molti Comuni». (Marina Carobbio Guscetti, Capo Dipartimento del DECS.)

La possibilità di un utilizzo anche temporaneo degli spazi potrebbe essere molto interessante, come hanno evidenziato numerosi operatori ai microfoni di Rete Due, questo aprirebbe le porte anche a soluzioni puntuali e coinvolgenti. Marina Carobbio ci conferma che anche queste soluzioni verranno prese in considerazione.

«La Conferenza cantonale sulla cultura si è posta ieri l’obiettivo di avere un rapporto definitivo entro l’ottobre del 2025. Per quanto riguarda gli spazi temporanei, questo punto verrà approfondito nella seconda fase. E, se bisognerà fare degli adattamenti o delle modifiche legislative o normative, andremo a vedere cosa è avvenuto in altre città e in altri cantoni svizzeri che già l’hanno fatto. Vedremo quali soluzioni pianificatorie sono state trovate e faremo un’analisi comparativa». (Marina Carobbio Guscetti, Capo Dipartimento del DECS)     

Correlati

Ti potrebbe interessare