Musica italiana

“Socialismo tascabile” compie vent’anni

Echi dal primo e storico disco degli Offlaga Disco Pax, fra elettronica, canzoni non cantate, militanza, ricordi d’infanzia, utopie finite e nostalgia

  • 7 marzo, 15:02
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Offlaga Disco Pax

  • Giulia Mazza
Di: Stefano Roncoroni 

2005, vent’anni fa: quello che si definiva un «collettivo neosensibilista contrario alla democrazia nei sentimenti» pubblica il suo primo album. Esce Socialismo Tascabile (prove tecniche di trasmissione), strano, spiazzante, unico, fin dal titolo. Dimenticatevi strofe e ritornelli, ci sono campionamenti, elettronica, effetti, ci sono linee di basso e chitarra elettrica, niente assoli. Le musiche sono dei tappeti sonori, opera di Enrico Fontanelli (poi scomparso prematuramente) e Daniele Carretti. E dimenticatevi anche il canto, le melodie orecchiabili, le capacità vocali. Max Collini, il “non-cantante” del gruppo, non usa affatto le note, recita monologhi, qualcosa di simile a brevi racconti autobiografici con colonna sonora.

03:19

Nostalgia tascabile

RSI Cultura 27.11.2020, 18:00

Echi e ricordi dal cuore della rossa Emilia

Mio nonno paterno era un mezzadro che ha imparato a leggere e a scrivere, nel dopoguerra, in una sezione del Partito Comunista. Ora, è ovvio che, se vieni da questo tipo di ambiente familiare, non puoi scappare da quella realtà. La politica, a un certo punto della mia adolescenza, è stata il tutto. Il me diciottenne vedeva il partito come il suo futuro: io avrei voluto anche andarci a vivere dentro il partito!

Max Collini, intervista a Cult TV, 2012

Quartier generale: Reggio Emilia, nella «più filosovietica delle regioni dell’impero americano» come dicevano i CCCP - Fedeli alla linea. Ma sono gli anni 2000 inoltrati e le cose son cambiate tantissimo. Quello che gli Offlaga vogliono raccontare non è un mondo nuovo che potrebbe arrivare, è un mondo passato, fatto di sogni, di convinzioni, di illusioni. È una bolla temporale, è qualcosa che si è perso. Così Collini ci riporta nel piccolo universo rosso fuoco della sua infanzia e della sua adolescenza, nella sua scuola, nel suo quartiere in cui «il Partito Comunista prendeva il 74% e la Democrazia Cristiana il 6%», con uno strano mix di fierezza, disillusione e autoironia.

Le piccole storie che raccontano la grande storia

Una delle idee geniali alla base del disco è questa: la grande storia del socialismo, della sua illusione e disillusione, viene raccontata attraverso una galassia di piccole storie, minime, spesso legate a memorie di infanzia o gioventù. Tutto nel disco parla di un «socialismo in espansione, come l’universo!» ma lo fa attraverso ricordi che sembrano spesso un tema scolastico ritrovato nei cassetti di una vecchia scrivania: ecco allora l’interrogazione della maestra delle elementari sulla Rivoluzione francese, l’elenco dei nomi delle vie e delle piazze “filosovietiche” di Reggio Emilia, il «gusto da Black Panthers» delle cicche Cinnamon alla cannella, l’infatuazione per la quattordicenne Ylenia, che se «fosse nata in Cambogia, sarebbe stata una meravigliosa Khmer rossa».

Un piccolo gioiellino di questo movimento oscillatorio fra un micro e un macro-universo è Piccola Pietroburgo: si racconta di Cavriago, comune in provincia di Reggio Emilia, paese in cui, fra l’altro, è nata Orietta Berti. A Cavriago c’è Piazza Lenin e nella piazza c’è un busto di Lenin, donato nel 1971 da una delegazione dell’allora Repubblica Socialista Sovietica Moldava. Poco importa se il brano racconti di fatti totalmente veri, poco importa se Lenin sia ancora davvero il sindaco onorario di Cavriago come dice la canzone: la magia sta proprio nei ricordi, nelle emozioni, nelle leggende che sono nate nel piccolo comune e che si mischiano alla grande storia, creando qualcosa di nuovo, reale e surreale allo stesso tempo.

Affinità e divergenze fra i CCCP e gli Offlaga

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  • Immagine di Enrico Fontanelli

La regione di provenienza è la stessa, l’Emilia-Romagna, l’immaginario di riferimento è lo stesso. Un paragone fra i CCCP-Fedeli alla linea e gli Offlaga disco Pax è inevitabile. Dei rimandi ovviamente ci sono: il giro di basso di Cinnamon è una citazione di Allarme dei CCCP; le immagini iconografiche costruite per i due progetti hanno, a volte, un DNA simile. Ma i due mondi sono diversissimi: per i CCCP l’amore verso il mondo dell’URSS era una provocazione, quasi più etica ed estetica che politica, fatta di slogan, di proclami; per gli Offlaga, quel mondo è qualcosa che si è perso, un universo da ricordare, con un po’ di malinconia e molta autoironia per il candore passato.

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  • Copertina di "Ortodossia II" , CCCP - Fedeli alla linea

Ci hanno preso tutto!

Tatranky è la sesta traccia del disco e racconta di un viaggio a Praga. È intrisa di malinconia. Non è assolutamente una canzone nostalgica, in cui si rimpiangono i tempi del regime, anzi, per descrivere il passato si parla di errori, orrori, grigiore. Quello che ci si chiede è cosa si sia comunque perso nell’epocale passaggio alla maggiore libertà. Max Collini racconta che da Praga porta via, come souvenir, una trentina di pacchi di wafer Tatranki, per lui una leggenda di bontà: solo in Italia, si accorge, con grande delusione, di un marchio un po’ nascosto sui pacchetti: Danone, il colosso mondiale dell’industria alimentare. «Ci hanno davvero preso tutto!» grida Collini alla fine del brano. Ecco, forse lo spirito del disco sta anche nell’amarezza di scoprire che, ormai, tutto il nostro immaginario appartiene alle multinazionali. E rimane solo la coscienza che si sia perso tanto, troppo, e che certe speranze, certi sogni non torneranno mai più.

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Offlaga Disco Pax

Babylon’s burning 03.03.2025, 19:35

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