Società

Architettura e città olimpiche

Il concetto di reversibilità al centro della scommessa del villaggio olimpico di Parigi

  • 7 agosto, 11:10
  • 7 agosto, 11:34
Tour Eiffel

Tour Eiffel

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Di: Alessandro Bertellotti

Dalla Senna alla Tour Eiffel, dai giardini delle Tuileries dove arde la fiamma olimpica, al Trocadero, dove i rappresentanti delle istituzioni di tutto il mondo hanno atteso l’arrivo degli atleti: le gare sono ospitate in strutture che raccontano la storia della città. La scherma nel Grand Palais, sede dell’Esposizione Universale nel 1900. Il beach volley sotto la Torre Eiffel nei giardini di Versailles. Insomma, i simboli di Parigi sono stati trasformati temporaneamente in campi sportivi. Un solo impianto è nuovo di zecca. Si tratta della struttura che ospita le competizioni acquatiche. Oltre al villaggio olimpico disegnato da l’archistar Dominique Perrault, seguendo le linee imposte dal Municipio di Parigi, tra le priorità: essere reversibile. Potere, cioè essere trasformato dopo i giochi.      

Un quartiere reversibile è un quartiere che può essere trasformato nel tempo. E la reversibilità per il villaggio olimpico è una condizione. In altre parole, la prima vita di questo quartiere, si può dire, è quella di ospitare 15.000 atleti. Quindi gli alloggi, gli uffici, i servizi e i negozi sono tutti dedicati ad accogliere la famiglia olimpica e quindi la disposizione delle diverse stanze negli appartamenti è diversa. Questo significa che c’è la prima vita del quartiere del villaggio Olimpico e la sua seconda vita, a partire dal 2025, quando gli appartamenti saranno nuovamente trasformati per ospitare famiglie, uffici, hotel e così via, si tratta di un quartiere reversibile. È un quartiere che può essere trasformato per adattarsi a nuove popolazioni e nuovi usi.

Sul concetto di reversibilità e sull’opportunità che offrono i giochi alle città che li ospitano (sebbene non manchino casi in cui sono state costruite cattedrali nel deserto o progetti che non hanno rispettato le attese), Alessandro Bertellotti ha intervistato Walter Mariotti, direttore editoriale della rivista di architettura Domus, le architette Laure Merlaud e Cecilia Gross tra le progettiste del centro acquatico di Saint Denis, gli architetti parigini Jacob Celniker e Dominique Perrault, progettista del villaggio olimpico.

Architetture e città olimpiche

Laser 06.08.2024, 09:00

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