Società

Ecologia stradale

Le strade costituiscono un ostacolo per molte specie animali, quali sono i metodi per proteggere la biodiversità lungo l’asfalto? 

  • 22 ottobre, 08:18
  • 22 ottobre, 09:24
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Di: Simone Pengue  

È un tema attualmente di forte interesse, la biodiversità. Le statistiche di Google confermano: sul motore di ricerca, la popolarità della parola in Svizzera è esplosa negli scorsi mesi a causa della votazione del 22 settembre. Nonostante le attenzioni, è quotidianamente minacciata, tra le altre cose, dalle nostre automobili che sfrecciano lungo le strade. Proprio come noi umani ci spostiamo quotidianamente per andare al lavoro o fare la spesa, così anche gli altri animali sono sempre in movimento. Spesso, ci si ritrova a percorrere le stesse distese di asfalto, creando una situazione che sfavorisce la proliferazione degli altri esseri viventi. L’effetto sull’ambiente è così marcato da far sorgere nelle accademie una disciplina apposita negli anni Novanta: l’ecologia stradale, la branca della scienza che studia il complesso rapporto tra le vie di comunicazione umane e gli ecosistemi. 

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Attraversamenti selvaggi, animali in movimento

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I dati raccolti nel corso dei decenni raccontano con chiarezza gli effetti, spesso drammatici, delle vie di trasporto sulle migrazioni, sulla vita degli animali e sul loro ciclo riproduttivo. Con la loro immensa distesa d’asfalto e il traffico incessante, gli oltre 83mila chilometri di strade svizzere sono spesso responsabili di frammentare gli habitat, inquinare l’aria e il suolo, spaventare o uccidere gli animali. Eppure, una gestione responsabile delle carreggiate rende possibile la condivisione del territorio attraverso semplici accorgimenti o, al contrario, l’edificazione di corpose infrastrutture. 

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Il primo problema da affrontare, sotto gli occhi di tutti, è quello dell’attraversamento degli animali, dolorosamente testimoniato dalle non poche carcasse di ricci e volpi che si possono trovare ai bordi delle strade. Dove i boschi o i campi sono attraversati da importanti arterie stradali, il traffico mette a rischio le capacità degli animali di muoversi liberamente per nutrirsi, migrare e trovare dei partner riproduttivi. Gli animali, infatti, si devono muovere per spazi grandi, basti pensare che il territorio vitale di cui una lince necessita arriva fino a quarantamila ettari e la distanza migratoria di un cinghiale è di ben 250 km. Nel caso di piccoli animali, come rane e scoiattoli, una soluzione pratica per collegare gli habitat spezzati da una strada sono delle piccole gallerie sotterranee che consentono loro di passare dall’altra parte incolumi. Per quelli più grandi, i passaggi faunistici costituiti da ponti coperti con piante selvatiche si sono dimostrati molto efficaci. In Svizzera se ne possono vedere, ad esempio, lungo l’autostrada A1, dove sono anche stati costruiti dei grossi passaggi sotto il livello stradale. Questi interventi sono generalmente inseriti nel contesto di un corridoio faunistico, ovvero un percorso di diversi chilometri, anche centinaia, all’interno del quale gli animali possono muoversi in sicurezza all’interno della rete ecologica costituita da boschi e prati. La messa a punto dei corridoi faunistici è una missione presa in carico nel 2001 dalla Confederazione, che ne censisce ben 304 in tutto il Paese. Di questi, solo 86 sono intatti, mentre 171 sono notevolmente o fortemente compromessi e 47 del tutto inutilizzabili dagli animali.  

Non ci si deve però scordare che slungo le strade vivono e si muovono anche gli insetti, che oltre al traffico soffrono la presenza delle distese di asfalto, per loro aree prive di nutrimento e riparo difficili. Eppure, c’è un piccolo tratto di mondo, quello che corre lungo i lati delle strade, dove tra le cartacce e mozziconi piccola natura cresce spesso indisturbata e mentre per noi homo sapiens risulta tutt’altro che ospitale, per una farfalla o una cavalletta questo piccolo fazzoletto di terra è un’oasi floristica nella quale riposarsi e trovare rifugio. Questo limbico ecosistema è spesso danneggiato involontariamente da chi si occupa di mantenere gli spazi pubblici, nonostante piccoli accorgimenti permetterebbero una gestione maggiormente favorevole agli invertebrati e ai vertebrati di piccola taglia senza nulla togliere alle esigenze umane. Per questo, l’organizzazione ambientalista Pro Natura ha preparato delle pratiche linee guida per istruire gli addetti i manutentori a preservare gli ecosistemi ai bordi delle strade tenendo conto della posizione e del tipo di terreno. In termini generali, i metodi di cura del verde stradale illustrati da Pro Natura prevedono l’assenza di prodotti fitosanitari come erbicidi e insetticidi, attenzione a metodi e tempi di potatura e una responsabile gestione delle neofite, ovvero le piante infestanti. Naturalmente questo tipo di gestione diventa tanto più necessario quanto più il tratto di terra interessato è vicino a boschi, prati o siepi. Permettendo alle piante di proliferare, viene lasciato il tempo e il modo agli animali di completare un intero ciclo di riproduzione, di nutrirsi, trovare rifugio e muoversi da un habitat all’altro. Dei piccoli accorgimenti che, sul lungo periodo, possono aiutare concretamente a rinvigorire la flora e la fauna svizzeri. 

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