Mi viene spesso chiesto se questo testo è attuale. Ma è una domanda che ci poniamo spesso sui testi in generale. La domanda è sbagliata, secondo me. Perché la questione non è tanto quanto un testo sia attuale. Un testo pone delle questioni. Porta in superficie o sottolinea delle questioni. La domanda è: noi, rispetto a queste questioni, abbiamo fatto qualcosa, ci siamo portati avanti, abbiamo risolto? Noi esseri umani, insomma, siamo ancora allo stesso punto? Questa è la domanda che i grandi testi ci pongono e che, ovviamente, anche I Fisici ci pone.
Igor Horvat sull’attualità de I fisici
Dopo aver esordito il 5 e il 6 novembre presso il LAC, l’adattamento teatrale de I fisici di Friedrich Dürrenmatt torna in scena al Teatro Sociale di Bellinzona nelle serate del 14 e del 15 novembre 2024. La regia e l’inedita traduzione sono a cura di Igor Horvat, che veste anche i panni del commissario Richard Voss, incaricato dalla polizia di risolvere il mistero dell’omicidio di due infermiere della casa di cura Les Cerisièrs, cui direzione e proprietà sono della dottoressa Mathilde Von Zahnd. Gli internati- il fisico Johann Wilhelm Möbius, Herbert Georg Beutler, che si crede Isaac Newton ed Ernst Heinrich Ernesti, che si crede Albert Einstein - intraprenderanno un percorso rivelatorio, che porterà loro a decifrare una verità che li accomuna profondamente.
Igor Horvat nel panni del commissario Richard Voss
Tra i diversi temi di cui l’opera si fa portavoce, dal concetto di giustizia alla definizione della pazzia, spicca su tutti il rapporto tra scoperte scientifiche e responsabilità umana. Una questione decisamente importante e più che mai attuale soprattutto se la si declina nel campo dell’intelligenza artificiale. A ben guardare, però, quesiti di questo genere hanno interessato, e interesseranno eternamente, tutta la storia umana e, quindi, le scoperte scientifiche di ogni epoca. Il nodo centrale ha a che vedere con l’utilizzo che l’uomo fa della tecnologia, che spesso è dettato da interessi politici, economici, di potere, che portano una nuova tecnologia nelle mani delle persone sbagliate, tracciando così un sentiero molto pericoloso per il futuro dell’umanità. Un coltello da cucina, visto con gli occhi fantasiosi di un bambino, può essere un vascello che trasporta eroi coraggiosi nelle loro avventure per i mari. Al contempo, lo stesso coltello, visto con gli occhi di un serial killer, può essere un’arma mortale, capace di togliere la vita. Il significato di qualsiasi cosa è dettato dall’utilizzo che se ne fa, e non esiste di per sé. E questa è la grande riflessione che I fisici trasmettono: cosa siamo disposti a fare pur di non lasciare uno strumento rivoluzionario nelle mani delle persone sbagliate?
Si parla di scienza, di ricerca scientifica. Si parla di una fantomatica scoperta che aprirebbe un’enorme conoscenza. Ma, nel contempo, con la conoscenza arriva una responsabilità. Che cosa ne facciamo della conoscenza? Nelle mani di chi finisce questa conoscenza e come viene utilizzata? Queste sono le domande che il testo pone. E le pone dal punto di vista storico di quel momento. Ma, oggi, noi a che punto siamo? È chiaro che da allora i passi avanti della tecnologia sono stati enormi. Eppure, anche se nel testo non se ne parla, io immagino che sentiamo molto nelle parole di Dürrenmatt il tema dell’intelligenza artificiale, che oggi dobbiamo affrontare per capire che tipo di rivoluzione metterà in atto. Ora forse non lo sappiamo. Uno strumento, in sé e per sé, può essere considerato neutro? È l’utilizzo che se ne fa a definirlo? Magari sì. Sono temi certamente attuali, perché noi viviamo in un presente in cui questi temi sono molto vivi. L’atto da cui è nato il testo, l’utilizzo della bomba atomica, quindi lo sviluppo da parte dell’essere umano dell’arma di distruzione di massa, è stato un punto nodale nella storia dell’umanità. Per la prima volta l’umanità si è trovata in possesso di uno strumento che permetterebbe la sua stessa estinzione. Ecco che le grandi domande stanno lì. Forse pensavamo fosse una questione risolta. Ci accorgiamo invece che le cose non stanno così, perché sullo scacchiere geopolitico sono tornati degli argomenti che forse pensavamo di non sentire più. Ecco che Dürrenmatt ce ne parla e noi abbiamo il dovere di parlarne.
Igor Horvat sul rapporto fra tecnologia e responsabilità
“I fisici” di Friedrich Dürrenmatt, regia di Igor Horvat
Lisa Mangili 09.11.2024, 19:00