Società

L’inverno più caldo, la primavera piovosa

Il 2024 si è congedato lasciandoci dei dati che confermano il riscaldamento globale e l’aumento dei fenomeni estremi, con la ciliegina della pioggia congelante

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Il Rodano in piena

  • Keystone, 20 giugno 2024
Di: Marco Pagani/Red. 

La notte tra sabato 4 gennaio e domenica 5 gennaio 2025, in particolare in alcune regioni della Svizzera, c’è stato un evento particolare, piuttosto raro la cosiddetta pioggia congelante, pericolosa evidentemente in certe circostanze. Infatti l’Ufficio federale di meteorologia ha emanato un’allerta di grado tre.

Ultimo segno di un anno appena concluso che è stato attraversato, lo sappiamo, da situazioni climatiche estreme, innanzitutto le alluvioni in Vallese, in Alta Vallemaggia, in Mesolcina e nell’Oberland. Poi abbiamo avuto un gran caldo estivo, caldo che si sta registrando anche in questo inverno che è al momento l’inverno più caldo dacché sono iniziate le misurazioni, quindi da più di 150 anni.

Ripercorriamo questo anno meteorologico con Marco Gaia, fisico dell’atmosfera e della neve, responsabile del Centro Regionale Sud di Meteo Svizzera a Locarno Monti, partendo dal fenomeno più recente, la pioggia congelante:

«È un fenomeno che alle nostre latitudini in Svizzera è alquanto raro, tutto sommato, e si verifica più facilmente a nord delle Alpi rispetto al sud delle Alpi. In Ticino. Veramente qualcosa che capita molto, molto raramente e solo in modo locale. Di cosa si tratta? Sostanzialmente si tratta di una situazione meteorologica che porta della pioggia, quindi gocce d’acqua liquida a cadere o con temperature Estremamente basse anche sotto zero e riesce a rimanere l’acqua liquida anche sotto il punto di congelamento degli zero gradi o rispettivamente di arrivare su un terreno estremamente freddo o su delle strade estremamente fredde. A quel momento, come la goccia d’acqua tocca il suolo, praticamente congela in modo istantaneo formando una patina di pochi millimetri, ma molto, molto scivolosa e praticamente trasparente, invisibile e quindi poi dopo crea tutta una serie di problematiche alla circolazione. Si fa anche fatica a stare in piedi» (Marco Gaia, fisico dell’atmosfera e della neve, responsabile del Centro Regionale Sud di Meteo Svizzera a Locarno Monti).

Tentiamo ora di offrire una panoramica, un bilancio del 2024: che anno è stato da un punto di vista meteorologico e climatico quello appena conclusosi per la Svizzera?

«È stato un anno in cui non ci siamo fatti mancare quasi niente. Abbiamo iniziato con l’inverno 2023-24, che è stato l’inverno più caldo da quando Meteo Svizzera misura in modo sistematico, quindi da più di 160 anni e abbiamo avuto una media su tutta la Svizzera con valori superiori di 2,8 gradi rispetto ai valori normali di riferimento. Poi siamo entrati in una primavera molto bagnata con precipitazioni decisamente sopra la norma del 60-80% e pochissimo sole. In questi 160 anni non abbiamo mai misurato una primavera così nuvolosa senza sole come è stata quella del 2024. Arriviamo poi all’estate, dove ci sono stati inizialmente tanti fenomeni, purtroppo di maltempo, con tragico esito in giugno, luglio. E poi, nella seconda parte dell’estate, abbiamo avuto un’ondata di caldo alquanto importante: per Lugano, ad esempio, abbiamo avuto l’ondata di caldo più lunga mai registrata dal 1864. Per quanto riguarda invece l’autunno è stato un autunno abbastanza “normale”. Tirando le somme su tutto l’arco dell’anno, per quanto riguarda la temperatura è stato il terzo anno più caldo storicamente misurato e quindi questo tendenza al riscaldamento globale viene confermata una volta di più». (Marco Gaia, fisico dell’atmosfera e della neve, responsabile del Centro Regionale Sud di Meteo Svizzera a Locarno Monti).

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Un anno climatico estremo 

Alphaville 08.01.2025, 11:05

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