Il ministero della Cultura tedesco e la commissione dell’Unesco hanno inserito la scena techno berlinese nell’elenco del patrimonio culturale immateriale del Paese, in riconoscimento del contributo all’identità culturale della città.
Nata a Detroit negli Stati Uniti ma entrata nel Dna di Berlino, tanto da spingere l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura a riferirsi proprio al ruolo giocato nella “liberazione” della capitale tedesca, all’insegna dell’accoglienza di ogni diversità di origine, sesso, religione. «La techno è diventata un rifugio per le persone emarginate e c’è una naturale attrazione per Berlino come uno spazio libero e sicuro per chi proviene da contesti illiberali, autoritari o meno permissivi», ha detto Peter Kirn, produttore musicale di Berlino, parlando con il quotidiano britannico The Guardian.
La Clubcommission di Berlino, una rete di club e musicisti techno berlinesi, ha descritto la decisione come “un’altra pietra miliare per i produttori techno berlinesi, gli artisti, i gestori di club e gli organizzatori di eventi”.
Lutz Leichsenring, membro esecutivo del consiglio di amministrazione della Clubcommission, ha dichiarato all’emittente tedesca Dw: “La decisione ci aiuterà a garantire che la cultura dei club sia riconosciuta come un settore prezioso e meritevole di protezione e sostegno”.
Da oltre un decennio è in corso una campagna per l’inserimento della cultura e della musica techno nell’elenco tedesco, guidata da Rave the Planet, un’associazione no-profit che sostiene la cultura della musica elettronica.
La Techno berlinese patrimonio UNESCO
Alphaville 18.03.2024, 12:35
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