Una recente esposizione, proposta al torchio delle noci di Sonvico e un libro, a cura di Danila Nova-Toscanelli, Presidente della Fondazione Ghirlanda-Lepori hanno voluto, nel 70.mo della Fondazione, ricordare la figura di Giacomo Lepori il cosiddetto “faraone sulle rive del Ceresio”. Un ingegnere che, partito da Dino, ha costruito la sua fortuna in Egitto, lavorando come ingegnere a grandi opere, tra cui una delle vie marittime più importanti al mondo: il Canale di Suez.
Canale di Suez in una stampa del 1777
Ultimo dei cinque figli di Giovanni Battista e di Maria Antonia Borelli di Cadro, modesti contadini e artigiani di una famiglia Lepori di Dino proveniente da Barcamorina di Oggio (diventata più tardi, all’inizio del 1800 patrizia di Sonvico), Giacomo Lepori, dopo il liceo a Lugano, dove fu allievo di Carlo Cattaneo e dell’architetto Giuseppe Fraschina, proseguì poi gli studi al Politecnico di Zurigo con Gottfried Semper.
Assunto a Parigi dalla Compagnia del Canale di Suez, venne inviato a Porto Said e a Suez per partecipare ai lavori di costruzione del canale. Dal 1869 alle dipendenze del viceré egiziano Isma’il Pascha al Cairo, progettò e realizzò notevoli costruzioni in stile neomoresco: la scuola militare, il teatro dell’opera, edifici pubblici come palazzi cittadini e ville sulle sponde del Nilo.
Vialla Favorita sulle rive del Ceresio
Nominato direttore dei lavori pubblici in Egitto, nel 1889 fu anche insignito del titolo nobiliare di bey. Lo stesso anno ritorna in patria si stabilisce nella sua villa a Castagnola: quella che ora è Villa Favorita. Nel 1888 fece costruire Villa Elena, un palazzo a sud del paese di Dino, divenuta la sua residenza estiva. Amante dell’istruzione popolare, si adoperò per avere a Dino le Scuole maggiori e del Disegno. Politico liberale moderato fu membro del governo provvisorio rivoluzionario dell’11 settembre 1890 e deputato al Gran Consiglio ticinese, tra il 1893 e il 1896. Nel 1897 si trasferì definitivamente con la famiglia al Cairo dove morì il 23 febbraio 1898. È sepolto a Dino, nella tomba di famiglia, che fece erigere in stile egiziano.
Lisa Mangili per Turné ha intervistato, in occasione della mostra “Un faraone sulle rive del Ceresio”, la Presidente della Fondazione Ghirlanda-Lepori: Danila Nova-Toscanelli per capire la biografia di un ticinese che scelse l’emigrazione, come altri di quel fenomeno che fu l’emigrazione ticinese del XIX secolo quando molti ticinesi, per sfuggire alla povertà, partirono in cerca di lavoro all’estero. Alcuni, come Giacomo Lepori, trovarono fortuna contribuendo con il loro ingegno alla costruzione di importanti infrastrutture e opere pubbliche imponenti.
Giacomo Lepori
Lisa Mangili 02.11.2024, 19:00