Ambiente

Coltivare un orto in balcone

Cosa serve e quali piante scegliere per fra crescere frutta, verdura e piante aromatiche se non si ha a disposizione un terreno

  • 19 maggio 2023, 14:03
Coltivare in balcone
  • iStock
Di: Patrizia Rennis 

Assaporare il gusto di ortaggi autoprodotti, stare all’aria aperta e “staccare” dalla frenesia della vita quotidiana, diventare più ecologici e risparmiare anche qualcosina nella spesa: coltivare un orto porta moltissimi benefici. Grazie a questa attività si gode della soddisfazione di raccogliere non solo in senso lato i frutti del proprio lavoro e si riscopre un rapporto con la natura e con il cibo che molti al giorno d’oggi hanno perso. Si può anche dare nuova vita ai vegetali come vi avevamo parlato in questo articolo e per chi ha bambini la cura dell’orto è un momento divertente e didattico.
Vi abbiamo fatto venire voglia di coltivare un orto ma non avete un terreno a disposizione? Con le giuste accortezze è possibile farlo anche sul vostro balcone.

Esposizione solare e disposizione delle piante
La maggior parte delle piante che produce ortaggi richiede una buona esposizione diretta ai raggi solari e un orto, per crescere in condizioni ideali, deve avere almeno 6 ore di luce solare diretta al giorno in particolare in primavera e in autunno. Quindi la prima cosa da fare è osservare il proprio balcone e valutare che tipo di illuminazione solare ha.
Va da sé che un balcone orientato verso sud, che permette l’esposizione solare più ampia, sarà più favorevole. In estate, però, a causa dei raggi solari diretti la temperatura può oltrepassare i 40°C, con questo tipo di balcone, quindi, le piante vanno spostate in aeree meno esposte ai raggi solari nelle ore più calde, per evitare alle piante uno stress da carenza idrica.
Un’esposizione del balcone a sud-ovest o a sud-est è l’ideale perché fornisce molto sole al mattino (per quella a est) o al pomeriggio (per quella a ovest), ma non nelle ore più calde della giornata.
E se abbiamo un balcone in ombra? Chiediamo un consiglio a un esperto in orticoltura come Tiziano Pedrinis: «Le specie ortive da foglia sopportano meglio situazioni di piena ombra, anche se il prodotto finale non raggiungerà la qualità di quello coltivato in piena luce come, per esempio, la non chiusura dei cespi per lattughe e cicorie».

Piantine di pomodoriin balcone

Piante esposte per non creare ombra

  • iStock

Come disporre le piante?
Una volta definita l’esposizione solare si può pensare alla disposizione delle varie piante, quelle più sviluppate in altezza, che creano ombra, sono da posizionare alle spalle di quelle con vegetazione più ridotta. Ogni pianta richiede uno spazio adeguato in cui svilupparsi: è necessario quindi prevedere una distanza tra pianta e pianta «per esempio, potrebbe essere di 50 cm per zucchine, pomodori e cetrioli, 25 cm per lattughe e sedani, 10 cm per cipolle e agli e 3 cm per carote e prezzemolo se seminati direttamente nel vaso o nella fioriera» ci spiega Pedrinis.

Vasi e fioriere: quali scegliere?
Esistono tantissimi tipi di vaso che variano per forma, materiale e colore ma il fattore più importante da considerare è la dimensione. La grandezza del contenitore deve essere infatti adatta al tipo di pianta che ospita. Un vaso troppo piccolo per la pianta genera stress, limitando la crescita della vegetazione e la produzione di frutti e costringendoci a bagnare spesso il terreno nei periodi più caldi. Chiediamo anche qui aiuto al nostro esperto che ci fa degli esempi di piante e dimensioni dei vasi:

  • Per pomodori, peperoni, melanzane, patate, cetrioli sono necessari contenitori con una capacità di almeno 25 L (30x30x30 cm) per ogni pianta.

  • Per cicorie da cespo, finocchi, cipolle, specie di coltura annuale e altre piante aromatiche, ogni pianta deve disporre di un volume di terra di circa 5 L. Sono quindi sufficienti vasi o fioriere alti circa 20 cm.

  • Le piante che allo stadio finale raggiungono un grande volume e che hanno una lunga durata colturale, come i diversi cavoli cappuccio, verze, cavolfiori, broccoletti, ecc. richiedono contenitori alti con una capacità di almeno 7-8 L.

  • Le specie seminate direttamente nei contenitori, come lattughe, prezzemolo, basilico, rapanelli si adattano bene anche in normali fioriere di lunghezza variabile e alte circa 20 cm.

Drenaggio, terriccio e concimazione
Il ristagno dell’acqua è tra i fattori più pericolosi per una pianta, prima di inserire il terriccio nei vasi va preparato sul fondo uno strato di circa 2 cm di materiale drenante come l’argilla espansa oppure la ghiaia, per impedire all’acqua di stagnare.
Veniamo quindi al terriccio, quale conviene usare? « Preparare da soli un terriccio equilibrato non è facile, ma neanche impossibile. La strada più sicura è scegliere il materiale di base rivolgendosi ai rivenditori specializzati e richiedere prodotti per i professionisti giardinieri e orticoltori. L’uso del terriccio puro, però, non è ideale, soprattutto se è mantenuto nei vasi per più anni. Questi terricci sono costituiti praticamente solo da sostanza organica e possono diventare rapidamente “collosi”, al loro interno si possono insediare facilmente noiosi insetti, negativi per la struttura dell’ambiente radicale. Per questo motivo è molto utile e positivo mescolare il terriccio comprato con un po’ di terra da campo, composta principalmente da sostanze minerali (sabbia, limo e argilla).»
Il mercato offre terricci con aggiunta di elementi fertilizzanti che sono sufficienti per alcune piante con breve ciclo colturale, come le diverse lattughe, il cavolo rapa o gli spinaci. Altri terricci, invece, vanno completati con fertilizzanti durante la coltura. «Di regola, quando si coltiva in vaso, è necessario intervenire con fertilizzanti sia in forma liquida che in sali da diluire nell’acqua di irrigazione.» Specifica Tiziano Pedrinis e ci spiega poi che: « Se si vuole aggiungere del fertilizzante solido (organico o minerale) al terriccio, come per esempio della ricciolina di corna, è importante incorporarlo nella terra in modo omogeneo un paio di settimane prima di mettere a dimora la pianta. Nel caso in cui la pianta fosse già presente nel vaso, è importante evitare di mettere il fertilizzante a contatto con radici, colletto e fusto. Per ottenere il massimo risultato possibile coltivando delle specie con ciclo lungo, come per esempio il pomodoro, è bene prevedere un’integrazione mensile con un fertilizzante in forma liquida».

Innaffiare

Bagnare le piante

  • iStock

Quanto e quando bagnare le piante?
Ci sono molti fattori che influiscono su come e quanto bagnare una pianta: il tipo di pianta, a che fase di crescita si trova, la temperatura e l’esposizione solare, il tipo di terreno, se è esposta al vento. Uno degli errori più comuni che si commettono è quello di bagnare troppo le proprie piante.
Per capire quando e quanto bagnare le nostre piante bisogna fare una breve valutazione. Osservare quanto è umido il terriccio prima di bagnarlo e, in caso di dubbio, inserire un dito per qualche centimetro nel terreno per controllare in maniera più precisa l’umidità presente. Un altro metodo che si può usare con i vasi piccoli è quello di prendere in mano il vaso per sentirne il peso, se è particolarmente leggero è sintomo che il terreno è asciutto.
Nei periodi più freschi e umidi le piante avranno bisogno di meno acqua e tra un’innaffiatura e l’altra passeranno anche più giorni. Nei periodi più caldi e secchi invece le piante avranno bisogno di essere innaffiate più spesso. In estate le piante esposte a sud possono richiedere acqua anche tutti i giorni. «Bisogna intervenire prima che la pianta dimostri di avere sete» precisa Pedrinis.
Il quantitativo di acqua segue il clima ma anche la crescita della pianta e la dimensione del suo contenitore: più cresce e più aumenterà il suo fabbisogno di acqua. I contenitori di piccole dimensioni saranno da bagnare più spesso di quelli di maggior volume. Naturalmente bisogna considerare anche il tipo di ortaggio: per esempio la lattuga va bagnata meno e più frequentemente rispetto alle piante da frutto.
In che momento della giornata è meglio bagnare le piante? Quando non è troppo caldo, in estate quindi meglio annaffiare le piante il mattino presto o dopo il tramonto.

Quali piante coltivare?
Una volta considerato lo spazio a disposizione, l’esposizione solare, il tempo a disposizione per la cura e, naturalmente, i propri gusti, si può decidere quale pianta coltivare nel proprio balcone. Ci sono delle specie più adatte? Teoricamente tutti i tipi di piante, con un contenitore e le cure adatte, possono essere coltivate in vaso. Lo spazio in balcone però, di solito, è limitato e va quindi fatta una scelta.

Orto sul balcone

Quali piantine scegliere?

  • iStock

Siete indecisi? Ecco alcuni esempi di piante adatte a questo tipo di coltivazione:

  • I pomodori, sia nani (a crescita limitata), sia a sviluppo indeterminato (che richiedono però la posa di un sostegno). Le tipologie più adatte per balconi e terrazze sono i pomodori con frutti piccoli come il datterino, il ciliegino e il mini-peretto.

  • I peperoni di cui esiste anche una varietà a frutti medio-piccoli e dolci, chiamati “mini peperoni Snack”

  • Insalate da taglio, come lattughe e cicoria, che hanno uno sviluppo abbastanza rapido e permettono una raccolta continua per tutta la stagione.

  • Le fragole, che hanno piante basse e graziose e che possono essere mantenute anche per 2-3 anni.

  • Piante aromatiche e condimentari come basilico è la più delicata tra le piante aromatiche e ha dei cicli brevi, rucola da orto, prezzemolo, timo, menta: non richiedono molto spazio, sono facili da coltivare e sono anche belle da vedere. Per quelle legnose o semi-legnose, come salvia e rosmarino, restando per più anni è meglio prevedere vasi più grandi.

  • Peperoncini: sono perfetti e decorativi per il balcone. Ne esistono di numerose varietà e di diversa provenienza. Molto conosciuti sono le tipologie: Calabrese, Cayenna, Mazzetti, Ciliegia. Alcuni tipi di peperoncino portano tanto colore al balcone come i Multicolore Chiara, Hot Daisy, Fuoco Nero.

Una volta prese tutte le decisioni non ci resta che andare a fornirci di tutto il materiale; ci rimane solo un dubbio che sottoponiamo al nostro esperto: è meglio partire dai semi o dalle piantine?« Si può considerare la semina diretta in alcuni casi, come per i ravanelli e le lattughe da taglio, per le altre specie meglio fare uso di piantine che possono essere acquistate presso i centri di giardinaggio specializzati o i centri hobby. L’importante è scegliere piantine non troppo sviluppate, con un bell’aspetto e un bel colore, foglie e fusti non allungati a causa di disposizione prolungata in ambienti poveri di luce. Consiglio di controllare che non ci siano sintomi di malattie e di parassiti, osservando bene la pianta e le sue foglie ed esaminandole a fondo, anche scuotendo il fogliame».
Insomma, non ci resta che metterci all’opera!

Correlati

Ti potrebbe interessare