Ambiente

Stop allo spreco alimentare

La tematica è in cima al programma globale per un buon motivo: tutti possiamo fare la differenza

  • 28 settembre 2022, 11:45
Cibo, Spazzatura, Avanzi, Piatto - Stoviglie, Sporco
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Di: Alice Tognacci 

Ogni anno dal 2019, il 29 settembre è la Giornata internazionale di sensibilizzazione sullo spreco e perdita alimentare indetta dalla FAO. Non si può più rimandare: settore pubblico e privato sono chiamati a porre l’attenzione su queste tematiche e prendere parte a uno sviluppo sostenibile.

“Lo spreco di cibo genera 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra e consuma 2,4 miliardi di ettari di terra (il 28% della superficie coltivata al mondo). Un recente studio ha dimostrato che ridurre lo spreco di cibo è il terzo modo più efficace per affrontare i cambiamenti climatici”.

Tristram Stuart, fondatore di feedbackglobal

Lo spreco di cibo è in cima al programma globale per un buon motivo: tutti possiamo fare la differenza.
In un mondo in cui tonnellate di cibo commestibile vengono perse e sprecate ogni giorno e il numero di persone colpite dalla fame è in aumento, ridurre le perdite e gli sprechi alimentari è una necessità. Oltre a fare male a noi stessi, poi, lo spreco alimentare inquina.

La sola coltivazione e allevamento di cibo e animali producono emissioni di gas serra e sfruttamento di acqua e suolo. Ciò influisce sul cambiamento climatico, danneggia la biodiversità e comporta conseguenze per la salute umana. Ridurre lo spreco alimentare, quindi, non ha controindicazioni, anzi: ci guadagnano gli agricoltori che possono essere pagati il giusto prezzo, le imprese e noi stessi.

Spreco alimentare: i dati tra food loss e food waste

Secondo i dati della Fao, nel mondo circa un terzo del cibo prodotto per il consumo umano viene disperso. Una precisazione in questo campo è d’obbligo: spesso avrete sentito parlare di food loss e food waste, rispettivamente perdite alimentari (food loss) e spreco alimentare (food waste). Nel primo rientrano quelle “perdite” legate al campo, al post raccolta e alla trasformazione, quella quantità di cibo, cioè, che viene persa tra i campi e la vendita al dettaglio. Il secondo è lo spreco vero e proprio, quello che avviene nelle fasi finali della filiera, cioè distribuzione e consumo, sia domestico, sia nella grande distribuzione. Spiegando il fenomeno in dati, l'ONU stima che le perdite alimentari pesano per il 14% sul dato globale, mentre lo spreco di cibo equivale al 17%. Di questo ultimo dato ben l’11% è imputabile al consumo alimentare domestico, il 2% è legato alla vendita al dettaglio e il 5% alla ristorazione.

Anche il WWF, in una nota, riporta che effettivamente il 40% degli alimenti prodotti a livello mondiale non viene consumato: circa 2,5 miliardi di tonnellate di cibo vengono letteralmente gettate. Soltanto in Svizzera, ogni anno vengono sprecati 330 chilogrammi di cibo per persona.
Di queste 2,5 tonnellate di cibo commestibile, 1,2 miliardi sono gettate prima, durante e dopo il raccolto; il restante 1,3 miliardi di tonnellate vengono sprecate durante la lavorazione, il trasporto e il consumo finale.

Per l’ambiente, tutte queste perdite e sprechi di cibo rappresentano l’8-10% del totale dei gas serra globali, gli stessi gas che contribuiscono al riscaldamento globale e al conseguente clima instabile, con eventi meteorologici estremi impattanti negativamente su raccolti, qualità nutrizionale delle colture, interruzioni della catena di approvvigionamento e sicurezza alimentare. Non solo, un impatto negativo sulla disponibilità di cibo contribuisce ad aumentarne il costo: il cibo non consumato incide lungo tutta la catena di produzione e di valore, ricadendo inevitabilmente sul portafoglio dei consumatori.
Traducendo questi numeri in costi economici, si parla di costi ambientali pari a 700 miliardi di dollari e costi sociali per 900 miliardi di dollari.

Senza contare che ci troviamo di fronte a 3 miliardi di persone in tutto il mondo che non hanno accesso a una dieta sana e circa 828 milioni di persone soffrono la fame.
Ci sono ancora dubbi sul perché bisogna urgentemente intervenire per accelerare l’azione di riduzione di food loss e food waste, e quanto, anche la nostra parte conti?

Lotta contro lo spreco alimentare: il Consiglio federale lancia un piano d’azione

Il 6 aprile 2022, il Consiglio federale ha adottato un piano d’azione contro lo spreco alimentare, nell’intento di ridurlo entro il 2030 della metà rispetto al 2017 – come suggerisce l’Agenda ONU –, e già del 25 per cento entro il 2025. Per cogliere l’obiettivo, la Confederazione stipulerà un accordo con le imprese e le organizzazioni del settore alimentare, fissando obiettivi di riduzione precisi.
Il piano d’azione si rivolge a tutte le imprese e organizzazioni del settore alimentare ma anche alla Confederazione, ai Cantoni e ai Comuni e sarà attuato in due fasi, dal 2022 al 2025 e dal 2026 al 2030.
La prima fase si basa su un accordo intersettoriale concernente la ristorazione, la distribuzione, l’industria di trasformazione e l’agricoltura, attraverso l’adozione di misure volontarie. Le misure possono ad esempio prevedere la proroga della data di scadenza di determinati prodotti, l’aumento delle donazioni di alimenti invenduti a organizzazioni di utilità pubblica, l’ottimizzazione degli imballaggi o una migliore pianificazione delle colture. Per garantire i progressi a lungo termine, sono previste anche misure volte a migliorare l’informazione delle economie domestiche, a incrementare le loro conoscenze pratiche e per sviluppare le competenze dei professionisti.

Spreco alimentare: una battaglia quotidiana, tocca a noi!

Contando che anche gli sprechi privati pesano enormemente, uno dei punti di forza per cambiare il sistema è sicuramente l’educazione di noi consumatori.
Sì, perché il problema è anche tra le mura di casa nostra, causato da abitudini errate: solo in Svizzera si calcola che ogni anno le economie domestiche gettano ben 100 chili di cibo pro capite.
Che sia una piccola porzione di verdure vecchie in frigorifero o un mazzo di erbe appassite, tutti sprechiamo un po’ di cibo ogni tanto, ma riducendo anche solo i nostri “piccoli” sprechi e compostando quello che non si può proprio mangiare, si risparmierebbero lavoro umano, energia ed emissioni di gas serra che si creano in discarica. È attraverso la scelta collettiva di consumare cibo di qualità e sprecare meno che si verificano cambiamenti positivi. Inoltre, parte della risoluzione del problema, nelle nostre case, è abbastanza semplice: celebrare il buon cibo, facendo attenzione a cosa mettiamo nel carrello e a dove facciamo la spesa, scegliendo attività amiche dell’ambiente (compresi ristoranti), il tutto per supportare un sistema che valorizza seriamente cibo e risorse.

Spreco alimentare: alcuni consigli casalinghi

Quella contro lo spreco di cibo può essere una battaglia quotidiana e una volta imparate alcune tecniche, può diventare una piacevole abitudine. Ecco alcuni consigli:

  • Fare la spesa più spesso, se si ha la possibilità, magari non troppo affamati, comprando solo ciò che serve. In questo intento potrebbe aiutare definire una sorta di menù settimanale, così da avere una lista della spesa mirata e organizzata.

  • Acquistare prodotti sfusi per ridurre gli imballaggi. Frutta secca, cereali, olio e detergenti sono disponibili in negozi che vendono in grandi quantità o in quantità precise, e spesso costano molto meno degli equivalenti confezionati. Di solito, infatti, circa il 15% del prezzo di un prodotto è attribuibile al costo dell'imballaggio. I negozi di prodotti sfusi vi permettono di acquistare quel tanto o quel poco che vi serve, evitando le grandi confezioni che sono spesso costose e possono causare ulteriori sprechi. In questo modo i prodotti biologici e di miglior qualità sono più accessibili anche per chi ha budget limitati.

  • Conservare i cibi correttamente in frigorifero. La malagestione del cibo in frigorifero è la prima causa di spreco alimentare in cucina, ecco perché bisognerebbe rispolverare quelle regole di economia domestica oggi preziose sia per l’ambiente che per il portafoglio. Tra le buone pratiche di conservazione degli alimenti, una di quelle che spesso non viene rispettata riguarda il corretto posizionamento degli alimenti nei diversi scomparti del frigorifero. Questo dipende dalla temperatura e posizione dello scomparto, infatti, all’interno del frigorifero si creano aree a temperatura diversa: l’aria fredda tende a scendere verso il basso e quella calda verso l’alto, motivo per cui nei ripiani alti vanno riposti cibi già cotti e avanzi; in quelli centrali latticini, salumi e dolci a base di creme e panna; ripiani bassi sono per carne e pesce crudi; gli appositi cassetti per frutta e verdura e, infine, nei ripiani della porta – luogo più caldo in assoluto del frigorifero – i prodotti che necessitano di una leggera refrigerazione come burro, latte, succhi di frutta, passate di pomodoro aperte, etc… è importante anche non sovraccaricare il frigorifero con troppi alimenti e non attaccarli alle pareti, questo li farebbe deperire molto più velocemente.
    Altri trucchetti per allungare la vita ai cibi in frigorifero potrebbero essere quelli di conservare erbe, insalate o verdure a foglia delicate, coperte o arrotolate in abbondante carta da cucina ben bagnata; così come conservare tofu o altri simili avanzati, in contenitori di vetro.

  • Data di scadenza e “consumare preferibilmente entro”. Certe diciture spesso causano confusione. La data di scadenza riguarda la sicurezza ed è importante ricordarla perché alcuni cibi non possono essere consumati oltre un certo termine, a meno che non siano stati congelati prima. La data entro cui è preferibile consumare un alimento riguarda la qualità e serve per far sì che il cibo venga mangiato mentre è in perfette condizioni, ma venisse mangiato dopo questa data non sarebbe nocivo per la salute, magari soltanto meno fragrante del dovuto. Queste date di consumazione preferibile sono concordate dai produttori per mantenere alti standard, ma non riguardano la sicurezza. Il consiglio è di essere prudenti, soprattutto con cibi ad alto rischio, ma di usare il buon senso e fidarvi del vostro intuito e senso dell’olfatto! Controllare anche che il cibo sia privo di muffa. A meno che un alimento non abbia cattivo odore o muffa scura visibile (quella bianca non causa problemi se ingerita), probabilmente è buono.

  • Mangiare cibo locale e di stagione. Minore è la catena, minore è lo spreco di cibo che si crea durante la filiera.

  • Zero sprechi di frutta e vegetali. Usare tutto, ma proprio tutto degli alimenti può diventare un ottimo esercizio che fa bene alla salute e anche al portafoglio grazie alla massimizzazione della spesa. Comprare biologico, in questo caso, dovrebbe essere necessario, ma utilizzando tutto di un alimento ammortizzerete la spesa sicuramente e anche il biologico non sarà più caro di altra frutta o verdura! Per tutti i consigli a riguardo: Zero spreco in cucina

  • Mangiare cibi non raffinati (grezzi): zucchero di canna, cereali integrali, zuccheri non raffinati. Oltre a richiedere meno lavoro in ambito di produzione, fanno bene alla salute.

  • Cuocere in forno la frutta. Quando ci accorgiamo di avere troppa frutta, magari non più soda e turgida, un’ottima soluzione è quella di cuocerla in forno, tagliata a dadini, magari con l’aggiunta di un cucchiaio di zucchero di canna e profumi a piacere, per poi essere conservata in frigorifero in contenitore chiuso e utilizzata a colazione con lo yogurt o in aggiunta a una pallina di gelato. In quest’ottica, un’ottima ricetta è anche quella di un crumble, da preparare con la frutta che si ha disposizione a casa, anche mescolandola: Crumble di mele

  • Non buttare nulla: si fermenta! Solitamente, i cibi che cominciano a “decomporsi” non sono un buon segno… e se invece fosse vista come un’opportunità? Il mondo della fermentazione in cucina, oltre ad essere di gran moda perché molto salutare e in linea con una cucina rispettosa dell’ambiente, è un mondo fatto di batteri “buoni” che aiutano il processo di fermentazione di cibi che magari non sono più freschissimi per altre preparazioni o che non sapremmo come utilizzarli. Per saperne qualcosa in più: Conservare

  • Viva gli avanzi! Se ci si ritrova molto cibo rimasto in frigorifero, non ancora cucinato, prendere l’abitudine di cuocerlo lo farà durare altri 3-4 giorni in frigorifero. Si possono preparare stufati, smoothie, arrosti, polpettoni o grandi frittate per sfruttare gli avanzi! Di sicuro è necessario essere creativi e riprendere quelle vecchie ricette popolari che, per la maggior parte dei casi, si facevano con gli avanzi… i nostri nonni la sapevano lunghissima!

  • Cucinare con creatività. Mettersi ai fornelli è alla base per una cucina amica dello zero spreco. Chi fa da sé fa per tre, giusto?Di creatività in cucina ce ne parla anche il professor Michael Gibbert, docente all'Università della Svizzera italiana ed esperto delle dinamiche di consumo.
    Spreco alimentare in Svizzera ed economie domestiche: intervista al professor Michael Gibbert

  • Compostare. Il compostaggio degli scarti di cibo trasforma i rifiuti che potevano diventare pericolosi nella sostanza che ci nutre: la terra.

  • Il principio delle “3 R”. Per trovare una soluzione allo spreco alimentare, ricordiamoci sempre: Riduzione, Riuso e Riciclo; i tre pilasti su cui si fonda la trasformazione da Economia Lineare a Economia Circolare.

App e piattaforme contro lo spreco alimentare

La tecnologia corre in nostro soccorso laddove non arrivano le nostre buone abitudini. Negli ultimi, infatti, sono nate piattaforme o app contro lo spreco alimentare e sono in continuo aumento. Possiamo dire che se ne trovano di tre tipi:

  • Quelle utili a creare una relazione tra il cliente e il commerciante che altrimenti getterebbe via surplus di cibo – vedi la famosa app danese Too Good To Go, attiva in Svizzera dal 2018 e presente in più di 15 paesi europei in aggiunta a Stati Uniti e Canada, che ha già salvato più di 360 mila;

  • quelle che mettono in rete produttori, distributori ed enti caritatevoli;

  • quelle estremamente “casalinghe” che suggeriscono innumerevoli ricette contro lo spreco – come Svuotafrigo con oltre 25 mila ricette.

In tutti i casi, e in tutte le piattaforme o app che troverete attive sul territorio, ci si impegna a salvare cibo dalla spazzatura!

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