Curiosità e trend

La castagna nei detti popolari

In passato risorsa essenziale dell’alimentazione a Sud delle Alpi, la castagna è diventata protagonista di molte espressioni dialettali

  • 8 ottobre, 11:30
castagna
Di: Franco Lurà 

Grazie a Franco Lurà parliamo di castagne e della loro importanza nella cultura contadina di un tempo, come oggi. Viaggiamo nel passato grazie ai detti popolari che raccontano la castagna sotto diversi aspetti, tra i più curiosi.

La castagna come elemento essenziale dell’alimentazione

In un’ipotetica gara fra i frutti autunnali, sicuramente la castagna guadagnerebbe un posto sul podio, probabilmente in concorrenza con la zucca e l’uva. Non so se oggi arriverebbe sul gradino più alto, ma sicuramente in passato questo predominio è stato a lungo suo. Pur tralasciando l’importanza del suo legno – utilizzato nelle costruzioni, per fare pali come sostegni per le viti, per il riscaldamento, per la produzione di tannino – ad assicurarle il primato basterebbe il suo enorme contributo in ambito alimentare, dove ha costituito una risorsa spesso essenziale in particolare per i ceti meno abbienti della nostra gente. Non per nulla si usava dire che che la castégne l’è l pan di pòuri (Preonzo), la castégna l’è la carna di puaritt, confermano nel Mendrisiotto.
In altre località ci si spingeva oltre, arricchendone il potenziale nutritivo: la castégna la gh’a l pan e l furmacc (Brusio)- la castagna ha il pane e il formaggio - per dire che è molto nutriente; ra chiestégna la gh’a int saa, bütér e zücro (Biasca)- la castagna ha dentro sale, burro e zucchero - per dire che è un cibo completo .

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La castagna, regina dei nostri boschi

RSI Food 24.11.1967, 12:03

La castagna: non solo pregi

Se è vero che questo nostro frutto si è rivelato provvidenziale in tanti periodi di carenza alimentare se non addirittura di carestia, ci si deve arrendere all’evidenza che da solo non basta per una dieta corretta e completa: past da castégn, past da légn - un pasto costituito di sole castagne è un pasto di legno, senza valore nutritivo - sentenziano a Viganello. Gli fa eco un’analoga costatazione di Grancia, dove si dichiara che ra castégna ra végn dru légn, ma ra da nissün sustégn - la castagna proviene dal legno, ma non dà nessun sostegno-. Il giudizio è lapidario: i castégn i tégn mía past, - da sole le castagne non costituiscono un vero pranzo-.
Insomma, pur con mille pregi, le castagne non riescono a garantire un’alimentazione sufficiente. E per di più possono avere anche effetti non necessariamente graditi, fatto e nomea condivisi con i fagioli: i castégn e i fasöö i carga al rciòpp - le castagne e i fagioli caricano il fucile - massima raccolta a Rovio, che è ribadita da un’altra che riguarda più direttamente una parte del corpo, che la discrezione impone di non nominare. Si sappia soltanto che questa parte al témp di castégn nu l gh’a ritégn - nel periodo delle castagne non sa trattenersi-.

La castagna come metro di giudizio e sentenze

L’importanza e la diffusione del nostro frutto nell’economia di un tempo trovano conferma anche nel fatto che esso compare in molte espressioni che esulano dal contesto nutritivo, assurgendo a metro di paragone per giudizi e sentenze: quand che er chestégna l’è marüda la cròda (Sonogno)- quando la castagna è matura, cade - quando una cosa deve succedere, succede, gli eventi sono ineluttabili, ra bestéma la fa dara castégna, la trómba giú a pè dra pianta (Sonvico)- la bestemmia fa come la castagna, casca al piede della pianta - si ritorce contro chi la pronuncia, er castégna quan l’è tröpp scunfia la schiòpa (Brione s. Minusio) - la castagna quando è troppo gonfia scoppia - il troppo storpia .

Talvolta ci si spinge addirittura a massime palesemente scorrette e di chiara matrice maschilista, come purtroppo non era raro nella morale di una volta; è il caso di questa dell’Onsernone, con la veste fonetica che però tradisce una sua provenienza da altri luoghi, verosimilmente dal vicino Piemonte: i féman i è cumè i castágn, béi da fòra e da dént mangágn, le donne sono come le castagne, belle di fuori e dentro magagne.

Ma non pare giusto chiudere così questa breve rassegna di espressioni legate alla castagna, è molto meglio affidarne la conclusione a una regola che invita al dialogo e alla comprensione. Ci viene in aiuto la saggezza bregagliotta: ma tü nu sa quant ca dificil séa truvèr castégna ca nun agian géa - ma tu non sai quanto difficile sia trovare castagne che non abbiano la pellicola - è molto raro trovare persone che non abbiano difetti o imbattersi in situazioni che non presentino neppure il benché minimo problema. È un opportuno invito alla tolleranza e all’apertura, doti quanto mai necessarie al giorno d’oggi e di cui troppo sovente si sente la mancanza.

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In Bregaglia rivive la tradizione delle castagne

Il Quotidiano 07.10.2024, 19:00

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