Sonam Brauen è un’artista contemporanea tibetano-svizzera, nata nel 1953 a Kongpo, in Tibet. All’età di sei anni, a causa dell’occupazione cinese del Tibet, fuggì con la sua famiglia attraverso l’Himalaya verso l’India. Dal 1972 è rifugiata politica in Svizzera ed è qui che inizia la sua formazione artistica presso la Scuola d’Arte di Berna. Oggi, Brauen vive in Vallese ed è un’artista affermata che, attraverso la sua passione per la cucina, si è voluta raccontare in un documentario prodotto da SRF e diffuso in “Segni dei tempi” RSI.
Arte, storia e ricette tibetane
Segni dei tempi 25.01.2025, 12:00
Il cibo, infatti, è un elemento fondamentale dell’identità culturale di ogni popolo e anche per la comunità tibetana in Svizzera, il mantenimento delle tradizioni culinarie è un modo per preservare la propria storia e trasmetterla alle nuove generazioni.
Dai piatti di tutti i giorni ai rituali della tavola, la cucina tibetana è un racconto di resilienza e adattamento. Senza contare il lato simbolico: il cibo, in Tibet, non è solo nutrimento, ma ha un forte valore spirituale influenzato dal buddhismo tibetano.
Origini e ingredienti fondamentali nella cucina tibetana
La storia del cibo in Tibet è strettamente legata alla geografia e al clima dell’altopiano tibetano. Con un’altitudine media di oltre 4.500 metri, temperature rigide e terreni difficili per l’agricoltura, la cucina tibetana si è sviluppata intorno a pochi ingredienti essenziali, capaci di fornire energia e resistere alle condizioni estreme.
La cucina tibetana nasce da un’economia basata sulla pastorizia e l’agricoltura di alta quota. I nomadi tibetani allevano yak, pecore e capre, mentre nelle valli si coltiva principalmente orzo, uno dei pochi cereali che cresce bene a quelle altitudini.
Alcuni ingredienti della cucina tibetana e i suoi piatti, tra montagna e tradizione
Carne di yak e montone: essenziale per le proteine, spesso essiccata o bollita.
Burro e latte di yak: utilizzati per tè, formaggi e per cucinare.
Tsampa (farina d’orzo tostata): è l’alimento base per i tibetani, che mescolato con burro e tè diventa un impasto nutriente. Una farina che, per la sua preparazione, ricorda molto la nostra Farina bóna.
Tè nero: importato dalla Cina fin dall’antichità, è l’ingrediente principale per il tè al burro o butter tea, una bevanda fondamentale nella cucina tibetana, a base di tè nero, sale e burro di yak.
Chhurpi (formaggio di yak): duro e masticabile, veniva conservato per lunghi viaggi.
Momo: ravioli ripieni di carne o verdure, cotti al vapore o fritti.
Thukpa: una zuppa calda di noodle con verdure e carne, perfetta per i climi freddi.
ll Kapse (o khapse): un tipo di biscotto fritto tibetano, tradizionalmente preparato durante le festività come il Losar (Capodanno tibetano, che quest’anno cade il 28 febbraio).
Con l’esilio di molti tibetani a partire dal 1959, la loro cucina si è diffusa in tutto il mondo, soprattutto in India, Nepal e Svizzera. In questi paesi, i tibetani hanno adattato le loro ricette usando ingredienti locali, sostituendo per esempio il burro di yak con burro vaccino svizzero; la carne di yak con quella di manzo o montone; il formaggio di yak con formaggi locali svizzeri.
Quando siamo fuggiti mio padre ha portato circa 15 chili di “Tsampa” sulle spalle. Questa farina, essendo già tostata e macinata, non ha bisogno di essere cotta, quindi quando trovavamo dell’acqua, la mescolavamo alla farina e la bevevamo, oppure facevamo un impasto denso per mangiarlo. Molte persone che non avevamo più Tsampa durante il viaggio sono morte. A noi ha salvato la vita.
Sonam Brauen, artista tibetano-svizzera
Sebbene il Tibet sia rimasto isolato per secoli, la sua cucina ha subito influenze da Cina, India e Mongolia. Tè, noodles e alcuni metodi di cottura (come i ravioli al vapore, i momo) si ispirano alla Cina, le spezie e alcuni tipi di pane (come il Balep, una focaccia tipica) vengono dall’India, e dalla Mongolia arrivano il tè al burro e l’uso diffuso della carne essiccata.
L’incontro tra Svizzera e Tibet
La Svizzera ospita una delle più grandi comunità tibetane in Europa. Negli anni, questa presenza ha portato a un interessante scambio culturale, anche a tavola. Per la comunità tibetana in esilio, le ricette tradizionali sono un legame con la terra d’origine, ma anche un modo per intrecciarsi con la cultura del paese ospitante.
L’atmosfera delle Alpi svizzere è simile al Tibet.