Ritratti e storie

Fare rete tra donne contadine

Il ruolo della donna in agricoltura è spesso sottovalutato, anche se il suo contributo è da sempre stato essenziale

  • Ieri, 11:30
Donne contadine
Di: Emma Berger 

Le donne hanno da sempre offerto un supporto essenziale all’agricoltura; tuttavia, il loro lavoro è stato a lungo sottovalutato, e quindi anche non riconosciuto, sia socialmente sia economicamente. In occasione della Giornata internazionale della donna conosciamo chi si è fatto portavoce di questo gruppo spesso troppo trascurato.

La donna contadina nella storia

La donna è stata storicamente parte integrante del settore agricolo svizzero, essendo il nostro un territorio tradizionalmente sostenuto dall’agricoltura. Se si pensa inoltre alla grande emigrazione ticinese dell’Ottocento, in cui molti uomini sono partiti per gli Stati Uniti o l’Australia per cercare una vita più dignitosa, si capisce subito come le donne abbiano dovuto farsi carico delle attività familiari, comprese quelle agricole.

Da sempre contribuiscono ai lavori delle aziende agricole familiari, occupandosi sia delle attività produttive sia amministrative, oltre che a quelle domestiche. Tuttavia, il loro statuto di mogli o madri tende spesso a prevalere, anche perché molte di loro non possiedono un diploma in agricoltura, pur svolgendo gli stessi compiti degli uomini.

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Alp-Hittä Nätschen

L'ora della terra 16.02.2025, 09:05

  • Keystone

Le battaglie delle donne contadine

Molte persone rivendicano ora un reddito obbligatorio per le contadine. Una di queste è Alice Ambrosetti, giovane donna contadina della Valle di Blenio, che dopo aver avuto il primo figlio ha diminuito la sua percentuale di lavoro e ha iniziato a collaborare più frequentemente con l’azienda agricola del marito, aiutandolo nei lavori di amministrazione, nell’organizzazione dei loro eventi e nella comunicazione. «La remunerazione è importante perché consente di ottenere la previdenza per la vecchiaia e di essere assicurate».

Da quando ha intrapreso anche questa strada, si è attivata per promuovere gli interessi di questo gruppo. Ha organizzato per esempio una conferenza sulle difficoltà di essere donna contadina alla quale hanno partecipato diverse personalità femminili del mondo agricolo, tra cui anche la presidente dell’Unione svizzera donne contadine e rurali Anne Challandes. «Pur essendo tutte accomunate da un contesto agricolo, arrivavamo tutte da ambienti diversi. Però quando ci siamo incontrate per discutere i temi da presentare, abbiamo subito trovato moltissimi punti in comune». È infatti convinta che tutte condividano situazioni simili e che sia importante fare rete per supportarsi a vicenda. «Per esempio, quando devo organizzare alcuni eventi per la mia fattoria, cerco sempre di confrontarmi con altre donne che hanno già esperienza, in modo di scambiarci opinioni».
Secondo lei connettersi è anche d’aiuto per non sentirsi isolate in un mondo che può essere difficile da penetrare - specialmente se non ci si è cresciute - e nel quale bisogna dimostrare di essere all’altezza.  

L’Associazione Donne Contadine ticinesi

Nata proprio con lo scopo di promuovere gli interessi professionali, economici e sociali delle donne contadine è l’Associazione Donne Contadine ticinesi (ADCTi), creata nel 2001 e che oggi conta 180 socie. L’Associazione, che è suddivisa in quattro sottogruppi regionali, appoggia e salvaguarda il settore primario, organizza attività di formazione, ha pubblicato più libri e ha costruito una rete tra le donne del settore. 

Un tema di cui si discute molto, sia a livello ticinese sia svizzero, è quello del divorzio: una contadina che è stata responsabile dell’azienda familiare con il marito può infatti ritrovarsi all’improvviso senza reddito. In politica, la discussione per una maggiore protezione per i coniugi e l’introduzione di un reddito obbligatorio per le contadine è aperta, ma la situazione è difficile da cambiare dal momento che molte piccole attività non se lo possono permettere.

A livello di sensibilizzazione, l’Associazione promuove diverse attività di formazione per rendere le partecipanti consapevoli delle questioni assicurative e dei loro diritti, oltre a formarle sulla gestione aziendale. Queste iniziative sono fondamentali per far capire che si può intraprendere questa strada. «Dobbiamo essere un modello e mostrare che è possibile diventare agricoltrici», afferma Ambrosetti, pensando alle giovani che vogliono iniziare una carriera in agricoltura, settore in cui il numero delle donne è ancora inferiore rispetto a quello dei loro coetanei maschi.

Oltre alle questioni femminili, un obbiettivo fondamentale dell’Associazione è supportare l’agricoltura in generale e le sue rivendicazioni. Punto su cui insiste anche Alice Ambrosetti: «l’agricoltura ha le sue rivendicazioni. Noi come donne contadine dobbiamo mostrare che lottiamo a nostra volta per portarle avanti e come gruppo unito la nostra voce è più forte».

Scardinare i ruoli tradizionali

Anche Tessa Tognetti è una giovane donna contadina, diplomata come agricoltrice e che ora gestisce la fattoria La Colombera di S. Antonino. Riguardo alle differenze tra uomini e donne in agricoltura, ci aveva detto che «per una donna ci possono essere alcuni impedimenti fisici, però ci sono cose che io posso fare in quanto donna, grazie alle mie caratteristiche come persona, che magari alcuni uomini non potrebbero fare. Non bisogna sentirsi inferiori, perché magari ci si deve fermare per allattare o non si riesce a fare un certo lavoro fisico. Ogni persona è diversa, a ognuno può capitare di avere un impedimento particolare in un certo momento della sua vita».

Affrontare gli stereotipi legati alla donna che lavora in agricoltura è anche un obbiettivo di Alice Ambrosetti, che vuole scardinare l’idea che una donna contadina sia meno moderna. «Non è perché ci settarizziamo che vogliamo stare al nostro posto, è il contrario, secondo me.  È perché insieme siamo più forti».

59:48

Il duro lavoro delle donne contadine

Falò 17.07.2014, 21:05

  • RSI/Daulte

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