Nuovo intervento a gamba tesa di Elon Musk nella politica di un altro paese europeo, ma questa volta il patron di Tesla, X e molto altro - nonché prossimo superconsulente dell’amministrazione Trump sulla semplificazione del governo federale - se la prende con un alleato e con un amico personale del prossimo presidente USA: l’inglese Nigel Farage, l’uomo che ha portato la Gran Bretagna fuori dall’UE con il suo UKIP (United Kingdom Independence Party) e ora guida un altro partito di destra ultraliberista, “Reform UK”.
Nigel Farage e Donald Trump
“Il Reform Party ha bisogno di un nuovo leader. Farage non ha quello che serve”, ha scritto il 53enne miliardario USA sul suo social network, poche ore dopo che Farage lo aveva lodato dicendo che grazie a lui ora Reform ha un aria “cool”. Si ignora per ora cosa abbia provocato il duro giudizio di Musk e quali saranno le reazioni del criticato.
Tra i due, però, qualcosa deve essersi rotto alcuni giorni fa, quando Musk - che non è nuovo a commenti sulla politica britannica, attaccando regolarmente il premier laburista Keir Starmer e chiedendo nuove elezioni - ha preso da tempo le difese di Tommy Robinson (al secolo Stephen Yaxley-Lennon), il leader della “Lega per la difesa inglese”, uno degli esponenti più noti e radicali dell’estrema destra britannica anti immigrazione e anti Islam, già membro del partito fascista britannico, attualmente in carcere per oltraggio alla corte. Secondo Musk, Robinson è un perseguitato politico. Farage non è di questo avviso e lo ha scritto: “Elon è un uomo notevole, ma su questo non sono d’accordo con lui e non rinnego mai i miei principi”.
Farage evidentemente ritiene Robinson più un rischio che un’opportunità per il suo partito, il cui scopo dichiarato è rompere il dualismo laburisti-conservatori. Alle ultime elezioni, le prime che ha disputato, Reform UK ha raccolto poco più di 4 milioni di voti, il 4,1%, ed ha mandato a Westminster cinque deputati.
Lo scontro con Musk potrebbe costargli caro: da molti giorni si parla di una donazione da oltre 100 milioni di dollari che il miliardario USA, l’uomo più ricco del mondo, aveva in mente di fare a Refom UK. Ora cambierà idea? E che cosa penserà Donald Trump di tutto questo, lui che anni fa avrebbe voluto dare il passaporto USA a Farage e nominarlo suo ambasciatore a Londra?
Sulle questioni della migrazione, pochi giorni fa, Elon Musk aveva preso le distanze dagli estremisti neocon, come Steve Bannon, che con la nuova amministrazione vorrebbero un giro di vite contro tutti i lavoratori stranieri, anche quelli che entrano negli USA con i visti H1, quelli per i migranti “di qualità”, come i superingegneri indiani che lavorano nella Silicon Valley.
Per Musk quei visti non si toccano perché anche nelle sue imprese ci sono molti stranieri di talento che lavorano grazie all’H1. Donald Trump gli aveva dato ragione. Ma anche se non entrerà formalmente nel governo. il patron di X - a cui Trump deve probabilmente la rielezione - rischia di diventare una mina vagante, una mina abbandonata nel giardino della Casa Bianca.
Musk fa campagna per l'AfD
Telegiornale 29.12.2024, 20:00