Il Dipartimento federale dell'interno ha decretato già a inizio marzo che i costi del tampone (180 franchi) vanno assunti dall'assicurazione malattia obbligatoria, ma questo non significa che i pazienti siano esenti da esborsi, anzi: in base alla franchigia scelta, è possibile che alcuni assicurati debbano sostenere la totalità dei costi.
Una situazione che in condizioni normali non potrebbe creare obiezioni, visto che ogni cliente stipula un contratto con le casse malati in base alle proprie scelte. Il problema sorge poiché la diagnosi data dal tampone fa parte delle misure per prevenire la diffusione del coronavirus, il cui tracciamento è ora obbligatorio per tutti i cantoni.
Per evitare che i pazienti con la franchigia elevata non vadano a farsi controllare per paura di dover pagare di tasca propria il tampone, vanificando così gli sforzi per contenere la pandemia, la Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità chiede che i costi vengano coperti interamente dall'assicurazione malattia di base, a prescindere dalla franchigia sottoscritta.