Le autorità giapponesi, venerdì mattina, hanno perquisito la sede centrale del costruttore nipponico di veicoli Suzuki, che si trova a Hamamatsu, circa 250 km a sud-est della capitale Tokyo. Lo stesso aveva ammesso, negli scorsi giorni, di avere testato in modo inappropriato le performances e le emissioni di CO2 di 26 suoi modelli.
La compagnia aveva ammesso di avere eseguito le misurazioni in laboratorio invece che in condizioni reali. Emissioni e consumi sono valutati in modo impreciso dal 2010. Suzuki ha però smentito il fatto di avere “abbellito” i dati su consumi e emissioni, al contrario di quanto invece dichiarato dalla concorrente Mitsubishi Motors. La pratica è stata adottata solo per ragioni economiche, ha spiegato il costruttore, trovatosi in gravi difficoltà finanziarie dopo la crisi del 2008.
Sono quindi circa due milioni i veicoli targati Suzuki che sarebbero stati sottoposti a test inappropriati. Il costruttore, in una nota, ha espresso infine la sua volontà di collaborare in ogni modo possibile con le autorità ministeriali nipponiche.
ATS/AFP/Swing