Per la destra erano troppo poco carnivore, per la sinistra non abbastanza climatiche. Eppure, le raccomandazioni alimentari pubblicate lo scorso settembre dalla Confederazione aiutano, se vengono privilegiati alimenti rispettosi dell’ambiente, a centrare gli obbiettivi climatici fissati, ovvero 25% in meno di impronta ecologica alimentare fra il 2020 e il 2030, e due terzi in meno entro il 2050. A dirlo è un’analisi del WWF e di Greenpeace che ha valutato l’impatto ambientale delle raccomandazioni.
La nuova piramide alimentare rispetto a quella del 2014 non ha proposto stravolgimenti, ma soprattutto alternative al consumo di carne grazie ai legumi. Per WWF e Greenpeace, se seguita alla lettera è più sana e rispettosa dell’ambiente rispetto alle linee nutrizionali di “Planetary Health Diet”, sorta di riferimento internazionale in materia di dieta e piramide alimentare.
I legumi
La consulenza 15.11.2024, 13:00
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Troppa discrezionalità e responsabilità di politica ed economia
Lo studio indica comunque che le raccomandazioni hanno un impatto climatico positivo e importante soprattutto se applicate in modo stretto, con un’alimentazione quasi vegetariana insomma, ma che la piramide proposta dalla Confederazione lascia troppo margine di manovra.
Per le due associazioni ambientaliste, attori politici ed economici hanno però un ruolo importante tanto quanto i privati, in quanto attualmente a causa di incentivi vari, oltre alle modalità promosse dal commercio al dettaglio e dalla ristorazione, vengono favoriti comportamenti contrari a un’alimentazione sana e sostenibile.
Infine, sempre per WWF e Greenpeace, le prossime linee tracciate nella politica agricola 2030 della Confederazione sono pure una grande opportunità per apportare i correttivi necessari.
Com’è cambiata la nostra dieta? (da Il giardino di Albert, di Julian Michaels)
Julian Michaels 21.10.2024, 08:00