Salute

Che fine ha fatto la dieta mediterranea?

Il modello alimentare più salutare e sostenibile è patrimonio dell’umanità dal 2010, ma non sembra esserlo delle nostre tavole

  • 28 ottobre, 09:00
tavola cibo sano
  • ©iStock
Di: Lara Quarleri 

Lara Quarleri - dietista ASDD, con esperienza in ambito ospedaliero e come docente, attualmente dietista indipendente presso il Polisanitario di Roveredo - ci spiega perché il modello alimentare ritenuto il migliore in termini di salute non sia più, nell’effettivo, così seguito.

Si è cominciato a parlare di dieta mediterranea negli anni ‘50, a partire da uno studio finalizzato a misurare gli effetti sul sistema cardiovascolare degli stili alimentari di diverse aree del mondo: Giappone, USA, Nord Europa e i paesi affacciati sul Mediterraneo.

Oggi l’intera comunità scientifica concorda che il modello di alimentazione mediterranea sia la migliore in termini di salute. Una rassegna di circa 80 tra revisioni e metanalisi disponibili, ha valutato gli effetti della dieta mediterranea sui parametri antropometrici (peso corporeo e circonferenza vita), parametri nel sangue (colesterolo, trigliceridi, glicemia) e pressione arteriosa
I risultati mostrano come la dieta mediterranea dia migliori risultati rispetto alle altre diete analizzate come quella che prevede un basso contenuto di carboidrati, la dieta iperproteica, la Dash e la dieta a zona.
Oltre al migliore impatto sulla salute, ha anche un favorevole impatto ambientale (impiego limitato di risorse naturali), impatto socio culturale (convivialità, ritualità quotidiana), impatto economico (con riduzione della spesa sanitaria grazie ai benefici sulla salute).

La dieta mediterranea nel 2010 è stata proclamata “Patrimonio innaturale dell’umanità” dall’UNESCO, grazie alla sua valenza culturale e al ruolo protettivo nei confronti delle malattie cronico-degenerative.

La dieta mediterranea nella Svizzera italiana

Il clima favorevole e la fertilità del terreno che da sempre caratterizzano le coste affacciate sul Mediterraneo, hanno consentito lo sviluppo di coltivazioni che rappresentano la base di una cucina sana, virtuosa e varia. Il Ticino vanta una cucina tipicamente italiana che tutta la Svizzera ci invidia, ma questo significa che anche noi adottiamo un modello alimentare mediterraneo? 
Per un motivo o per un altro, la dieta mediterranea è oggi poco seguita dagli italiani stessi. A indicarlo è anche uno studio del 2020 di Crea Alimenti e Nutrizione, pubblicato su Frontiers in Nutrition. La ricerca evidenzia che su un campione di quasi 3 mila italiani, solo il 13% mette in pratica i principi della dieta.
Anche la Svizzera italiana non ne è particolarmente aderente: molte persone, infatti, seguono uno stile alimentare che prevedere ingredienti tipici della zona mediterranea ma le frequenze di consumo nella settimana e le porzioni non sono quelle adeguate.

Purtroppo, i ritmi frenetici e la mancanza di tempo con cui ci troviamo confrontati, ci allontanano molto dalle vere raccomandazioni mediterranee. Il modello alimentare mediterraneo richiede, infatti, la scelta di prodotti di eccellenza in termini di qualità; la conoscenza delle tradizioni; avere il tempo necessario a volersi bene a tavola e apprezzare la convivialità del momento, come il tempo per fare sport e bere acqua. Un grande investimento, quindi, per la nostra salute fisica ed emotiva.

Quiz: segui davvero la dieta mediterranea?

Per comprendere se seguiamo davvero la dieta mediterranea la risposta dovrebbe essere positiva a tutte queste indicazioni:

·      mangiamo 3 porzioni di frutta al giorno e almeno 2 di verdura (variando e seguendo la stagionalità, e valutandone la provenienza);

·      prediligiamo i cereali integrali e sfruttiamo la varietà di cereali che hai a disposizione oltre a pasta e riso (farro, orzo, grano saraceno, quinoa, etc.);

·      utilizziamo grassi vegetali come olio di oliva extra vergine, soprattutto a crudo;

·      mangiamo una porzione di frutta a guscio ogni giorno (mandorle, nocciole, noci, etc.);

·      sulla tua tavola non è presente ogni giorno carne, ma si alterna con altre proteine come uovo (di provenienza biologica), pesce, formaggi e legumi;

·      consumiamo carne rossa in quantità ridotta: meno di una porzione a settimana e nel nostro carrello della spesa non sono presenti carni trasformate (insaccati, salumi, affettati);

·      i legumi (fagioli, ceci, piselli, fave, lenticchie) sono presenti nelle nostre abitudini da 3 a 6 porzioni a settimana, soprattutto abbinati a un cereale (per esempio: pasta e fagioli, riso e lenticchie, etc.);

·      il consumo di alimenti con zuccheri aggiunti è occasionale, così come i prodotti industriali ricchi in sale e conservanti;

·      dedichiamo il giusto tempo alla nostra alimentazione: ci prendiamo cura della nostra salute partendo dal tempo necessario per fare la spesa, valutando cosa la stagione ci offre, preferendo gli alimenti freschi e soprattutto prendendoci il tempo per mangiare;

·      facciamo pasti seduti e non di fretta e, se possibile, in compagnia;

·      limitiamo in consumo di bevande alcoliche e soprattutto super alcolici;

·      al centro del nostro stile di vita c’è movimento e sport.

08:20

La dieta mediterranea, fra passato e futuro

Diderot 30.11.2020, 17:40

  • mulino.it
Fonti:

-           Effects of Popular Diets on Anthropometric and Cardiometabolic Parameters: An Umbrella Review of Meta-Analyses of Randomized Controlled Trials. Adv Nutr. 2020 Jul; 11(4): 815–833

Correlati

Ti potrebbe interessare