Salute

Microbiota “intestinale”

Quanto di ciò che si dice è fondato e quanto, invece, è frutto dell’ennesima enfasi su temi di tendenza, più che su questioni di reale impatto sulla salute?

  • Ieri, 11:30
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Di: Monica Bossi, medico specialista in medicina interna generale, esperta di medicina funzionale

Il microbiota intestinale, parola ad oggi quasi abusata, rappresenta il “mondo microbico” che popola il nostro tubo digerente e, a ben pensarci, rappresenta la prima “porta d’ingresso” del cibo (e non solo) che noi assumiamo giornalmente. Ma quanto di ciò che si dice è vero, scientificamente parlando, e quanto è frutto invece dell’ennesima focalizzazione su argomenti quasi di moda piuttosto che di reale impatto sulla salute?

Questa rubrica ha lo scopo di aiutare a scoprire le connessioni tra cibo e microbiota intestinale, offrendo strumenti semplici per agire concretamente sulla salute, a partire dalla corretta combinazione degli alimenti. Non è solo la digestione a risentire dello stato del microbiota, ma anche funzioni apparentemente ‘lontane’ dall’intestino, come l’umore, il metabolismo, la salute immunitaria e quella ormonale, che dipendono anch’esse dal suo equilibrio o dalla sua disfunzione, continuamente influenzati dal cibo che consumiamo ogni giorno.

A questo articolo, dunque, ne seguiranno altri sulla tematica a cura della dott.ssa Monica Bossi.

47:26

Microbiota, salute e dimagrimento

La consulenza 28.02.2025, 13:00

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  • Carlotta Moccetti

Il microbiota intestinale è importante per la salute: quanto è vero?

Se è vero, come è vero, che siamo il risultato evolutivo di una convivenza millenaria tra il nostro organismo e i microbi che ci circondano, immaginate il ruolo sulla nostra salute dei microbi che addirittura coabitano dentro di noi: come per quelli che colonizzano la nostra cute, ovvero rappresentano una barriera per l’ambiente esterno, quelli presenti nel nostro tratto digestivo, rappresentano, potenzialmente, una prima “fanteria” di alleati verso ciò che di potenzialmente sbagliato ci circonda.

Come non pensare, infatti, a un possibile effetto sul nostro organismo dei circa 100 trilioni di microbi del nostro tratto digestivo (che da ora chiamerò per comodità, intestinale) con un apporto al peso complessivo di un soggetto di circa 1.5-2 kg, e con un contributo di numero di geni (circa 10 milioni costitutivi l’insieme della flora) che eccede più di 400 volte la dimensione del genoma umano (circa 23000 geni)?

Per “microbiota intestinale” si intende l’ecosistema complessivo formato non solo da batteri (circa 500 specie), ma anche funghi e virus la cui tipologia dipende dalle caratteristiche individuali di ciascun individuo, dalla tipologia del parto (naturale o cesareo) e dallo stile di vita (abitudini alimentari, farmacologiche, ma anche tipologia di esercizio fisico e modalità di gestione dello stress quotidiano).

A prescindere da minime differenze fisiologiche tra soggetto e soggetto, parte della scienza medica si è focalizzata negli ultimi anni a studiare le caratteristiche comuni che rendono il microbiota intestinale un alleato per la nostra salute o un possibile nemico, a seconda del suo equilibrio (eubiosi) o disequilibrio (disbiosi).

Tutto ciò di cui gli esseri umani hanno bisogno per sopravvivere è intimamente associato alle attività dei microbi.

Caroline Harwood, dott.ssa Fac. Microbiologia, Università Washington

Salute del microbiota intestinale: cosa significa?

Per definirsi “in salute” (ovvero eubiosi), il microbiota intestinale deve:

  • essere rappresentato da una estrema biodiversità delle specie microbiche che lo caratterizzano, ricordando che passando dallo stomaco al colon, esse variano, aumentando enormemente: viene definito “intestinale” ma la nostra flora colonizza più parti del tubo digerente;

  • mantenere una funzione appropriata, il che significa anche garantire la produzione di metaboliti intestinali determinanti per la salute dell’ospite. Tra questi vi sono alcune vitamine (come la vitamina K e la B12), sostanze con attività antiossidante, molecole precursori di neurotrasmettitori cerebrali come serotonina e dopamina (fondamentali, ad esempio, per il buon umore), nonché enzimi coinvolti nel corretto metabolismo degli ormoni sessuali e tiroidei, oltre che nella funzione digestiva.

La perdita di equilibrio del microbiota (nota come disbiosi) può, al contrario, associarsi a un malassorbimento di minerali e vitamine essenziali per la salute, alla produzione di molecole pro-infiammatorie, e persino di zuccheri attraverso la fermentazione, con conseguenze sul metabolismo, sull’aumento di ormoni infiammatori e pro-diabetici come l’insulina, fino ad arrivare a influenzare il comportamento alimentare, favorendo dinamiche di dipendenza o compulsione

La salute del microbiota intestinale da cosa dipende?

Ogni aspetto del nostro stile di vita la influenza: dall’attività fisica allo stress quotidiano, dalla qualità del sonno al tipo di alimentazione. Non conta solo cosa mangiamo, ma anche come abbiniamo gli alimenti a ogni pasto, poiché questi fattori inducono modifiche costanti — positive o negative — nella composizione del microbiota intestinale.

Consigli pratici per mantenere in salute il microbiota: colazione

Non essere ripetitivi e abitudinari
A meno che non godiate di un perfetto equilibrio in termini di digestione, energia psico-fisica, metabolismo e umore, iniziare la giornata con lo stesso pasto ogni giorno — sia per tipologia di alimenti che per combinazioni — può influenzare negativamente tutti questi sistemi, a partire dal mattino e dal microbiota intestinale.

Qualche esempio di colazione

1. Invece che pane o fette biscottate e marmellata (che diventano esclusivamente zuccheri), aggiungete un po’ di burro a crudo o un po’ di ricotta (che apportano un po’ di grasso o di proteine): questo favorirà un controllo dell’indice glicemico (capacità di alzare il livello di glucosio nel sangue dopo il pasto) evitando eccesso di fermentazione intestinale e picchi di fame durante il giorno.

2. Invece dello yogurt alla frutta e qualche biscotto (che rappresentano solo zuccheri), assumete uno yogurt kefir (vera e propria fonte di fermenti lattici attivi) non zuccherato, con l’aggiunta di un cucchiaino di miele fresco: il miele aiuta la sopravvivenza dei fermenti lattici (probiotici).

Per rendere inoltre la vostra colazione potenzialmente perfetta, aggiungere semi oleosi (lino, girasole, zucca, sesamo) e qualche frutta secca (noci o mandorle per esempio), garantirà anche un apporto di proteine e fibre importanti per la salute in generale ma anche per il microbiota stesso.

03:48

Ultracentenari, geni e microbiota

Millevoci 14.03.2025, 10:05

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  • Francesca Margiotta e Marcello Fusetti

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