Salute

Nutrizione funzionale e nutraceutica

Il cibo come alleato per la prevenzione e la cura delle malattie

  • 27 gennaio, 11:30
Nutraceutica, benessere, salute, tavola, cucina
  • Alyson Mcphee su Unsplash
Di: Luisa Jane Rusconi 

Alimenti funzionali e nutraceutici, se ne parla sempre di più e si stima che nei prossimi anni saranno sempre più diffusi ed integrati nelle nostre vite. Ma attenzione a non far confusione tra un approccio medico - personalizzato secondo il proprio stile di vita e predisposizioni - e la moda del momento.

Ne abbiamo parlato con la dottoressa Monica Bossi, medico specialista in Medicina interna Generale, esperta in Nutrizione Funzionale, Medicina Funzionale, Anti Aging, Nutraceutica e dirigente del primo Centro di Medicina Funzionale, di Precisione e di Prevenzione a Lugano.

Cosa sono gli alimenti funzionali e la nutraceutica?

Gli “alimenti funzionali” sono cibi che, oltre alle proprietà nutrizionali, svolgono un’azione benefica e/o protettiva, dimostrata scientificamente, su una o più funzioni dell’organismo. Tuttavia, come ci spiega la dott.ssa Bossi, le formulazioni in commercio raramente apportano un reale contributo benefico. Questo può dipendere da due fattori principali: da un lato, l’incapacità di resistere al passaggio attraverso l’ambiente acido dello stomaco; dall’altro, la scarsa biodisponibilità delle sostanze aggiunte, come vitamine o probiotici.

Per Nutraceutica, invece, si intende la disciplina che studia i componenti e i principi attivi degli alimenti, evidenziandone gli effetti positivi sulla salute, sulla prevenzione e sul trattamento delle malattie.
Le caratteristiche biochimiche degli alimenti influenzano tutti i sistemi dell’organismo (ormonale, immunologico, metabolico e mentale), sia in modo diretto che indiretto, grazie alla loro interazione con il microbiota intestinale. Quest’ultimo rappresenta un vero e proprio “organo” di connessione tra i diversi sistemi corporei e l’ambiente in cui viviamo.

Un esempio di azione nutraceutica può essere dato da alimenti naturalmente ricchi di probiotici, come il kefir; oppure da cibi noti per le loro proprietà specifiche, come quelli contenenti acidi grassi omega-3 (ad esempio le sardine); o particolarmente ricchi di antiossidanti, come i vegetali dai colori rosso e viola.

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Microbiota intestinale

La consulenza 15.01.2024, 12:50

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Come orientarsi: la parola all’esperta

Come possiamo orientarci in un panorama sempre più influenzato da mode, eccessi ed errori, per seguire informazioni davvero valide e scientificamente fondate? Ecco i consigli della dott.ssa Monica Bossi, sintetizzati in 5 domande.

Seguire il trend della Nutrizione funzionale o della nutraceutica può esporci al rischio di eccessi dannosi per la salute?
«La nutrizione funzionale e la nutraceutica sono discipline scientifiche che studiano il cibo per le sue capacità di apportare benefici alla salute. È ormai certo che le scelte alimentari – più che la “dieta” in senso restrittivo – possano contribuire in modo significativo al mantenimento della salute e al supporto di patologie specifiche. È importante ribadire che difficilmente alimenti industriali o “di moda” svolgono un effetto nocivo, ma è molto probabile che la loro scelta sbagliata possa far perdere l’occasione di essere in salute!»

La fermentazione casalinga ha preso piede da diversi anni, può essere problematica nel caso di eccessivo consumo di alimenti fermentati?
«Il microbiota intestinale è una sorta di “fanteria di difesa”, composta da una vasta varietà di microbi che coabitano nel nostro tubo digerente. Dalla sua salute dipende l’equilibrio del sistema immunologico, ormonale e mentale (incusi umore e resistenza allo stress). Sebbene gli alimenti fermentati abbiano importanti proprietà nutraceutiche, è necessario perseguire l’equilibrio, sia in termini tipologici (cioè “nome e cognome dei batteri”), sia in termini funzionali (ossia il loro ruolo).
Va da sé che se assumiamo probiotici a caso o attuiamo scelte alimentari non idonee, che causano un eccesso di fermentazione intestinale, possiamo peggiorare gli stati infiammatori (addominali ma anche muscolari) o addirittura favorire il prediabete e il rallentamento metabolico.
Un altro aspetto importante è l’assunzione del giusto alimento ma in orari sbagliati: i crauti, ad esempio, che rilasciano istamina, se assunti la sera possono alterare il sonno notturno.»

Relativamente alla nutraceutica, quanto è affidabile l’informazione disponibile?
«Siamo ancora lontani da un’informazione alla portata di tutti, ma ci stiamo lavorando: noi studiosi mettiamo a disposizione strumenti per dare informazioni “pulite e scientifiche” e per una corretta educazione alimentare.»

Alimenti funzionali e nutraceutica: un percorso che si può fare in solitaria informandosi online?
«Quella del cibo come nutraceutico e della nutrizione funzionale per riportare equilibri digestivi, metabolici, ormonali, immunologici o mentali grazie ai giusti abbinamenti del cibo è una scienza appannaggio di pochi professionisti che abbiano fatto percorsi di studio specifico. Spesso si va alla ricerca di queste informazioni su “Dr. internet”, correndo il rischio di imbattersi in informazioni confuse. Dal mio punto di vista, l’approccio corretto è quello di affidarsi a esperti qualificati per intraprendere un percorso di prevenzione e cura personalizzato. La nutraceutica, infatti, “educa” a scegliere gli alimenti più adatti alle proprie esigenze, correggendo errori alimentari che possono contribuire allo sviluppo di malattie croniche e infiammatorie.»

Esistono libri divulgativi o ricettari utili su questo tema?
«Questa scienza è così nuova che i libri più completi sono usati nei corsi di formazione per medici e professionisti del settore. Altri, di carattere divulgativo, usciranno a breve. Uno su tutti è “Il microbiota intestinale, l’organo che non c’è” stampato da edizioni Casagrande.»

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