Abbiamo chiesto alla dott.ssa Lara Quarleri - dietista ASDD, con esperienza in ambito ospedaliero e come docente, attualmente dietista indipendente presso il Polisanitario di Roveredo - perché lo zucchero è così temuto e come gestirlo nella dieta dei più piccoli.
Un consumo eccessivo di zucchero è responsabile di danni in termini di salute per diversi sistemi di organi, è corresponsabile dello sviluppo di diverse malattie, nuoce ai vasi sanguigni e aumenta quindi il rischio di malattie cardiocircolatorie, indipendentemente dall’aumento di peso. Inoltre, agisce sul metabolismo dei lipidi e degli zuccheri, aumentando il rischio di fegato grasso, diabete di tipo due e adipe accumulato sull’addome. Inoltre, gli alimenti zuccherini hanno anche un ruolo determinante nella formazione della carie dentale.
Offrire quotidianamente in tenera età alimenti e bevande dolci, chiaramente induce il bambino ad apprezzare maggiormente i cibi molto zuccherati che faranno parte quindi della sua vita per sempre. Fondamentale è anche evitare che i piccoli non imparino a gestire le emozioni con il cibo, e in particolare con gli alimentai dolci. Utilizzare il cibo come ricompensa o come metodo di consolazione per un bimbo in crisi di “capricci” o di “tristezza”, equivale a instaurare una relazione con il cibo pericolosa.
Nelle case svizzere il consumo di zucchero è tra i più alti in Europa in supera di molto la raccomandazione sull’assunzione giornaliera da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). La quantità di zucchero consumato giornalmente non dovrebbe superare il 10% delle calorie totali. Se pensiamo ad un bimbo con un fabbisogno calorico di 750 kcal, la quantità di zucchero sarebbe quindi di 19 grammi, quantità raggiunta facilmente con due frutti.
Zucchero: cosa provoca nel cervello dei nostri bimbi?
Tutti amiamo lo zucchero, il primo alimento con cui veniamo a contatto (latte materno o latte formulato) è ricco di zucchero, il lattosio. Lo zucchero viene riconosciuto dai nostri recettori cerebrali come loro fondamentale fonte energetica e questo contribuisce molto ad alimentarne il desiderio. La nostra dieta, e quella dei nostri bimbi, deve prevedere zuccheri, ma quelli definiti “complessi”, ossia gli amidi, che necessitano di digestione ed entrano in circolo lentamente. Lo zucchero aggiunto (come il saccarosio, il comune zucchero da tavola) andrebbe limitato, considerando che quello necessario alla nostra salute è già presente negli alimenti (ad esempio nella frutta).
Un recente studio ha mostrano che i bambini che seguono un’alimentazione ricca di cibi confezionati molto zuccherati mostrano una riduzione del volume in alcune aree cerebrali, in particolare quelle che si occupano di pianificazione, ragionamento e soprattutto la regolazione delle emozioni.
Chi sta leggendo ed è genitore, si sarà ritrovato a pensare o si sarà sentito dire, che alla festa di compleanno dei bimbi, la loro euforia dopo la torta è dovuta al contenuto di zucchero di quest’ultima. La convinzione che lo zucchero renda iperattivi è infondata e non è mai stata confermata da nessuno studio. L’origine di questa associazione deriva da una famosa dieta degli anni ‘70, definita Dieta Feingold che prevedeva l’esclusione di molti alimenti (tra cui quelli ricchi di zucchero) allo scopo di ridurre i sintomi di quello che oggi viene chiamato disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD).
La spiegazione dell’euforia dei bambini dopo la fetta di torta centrerebbe con il rilascio del neurotrasmettitore chiamato dopamina che aumenterebbe il movimento. Lo zucchero agisce infatti con grande efficacia sul sistema di ricompensa del cervello e in semplici parole un sovraccarico di zucchero aumenta i livelli di dopamina e ci fa desiderare di mangiarne di più. Se il “dolcetto” è trattato come una forma di ricompensa, il fatto di ottenerlo potrebbe avere un effetto stimolante sullo stato psicofisico dei più piccoli.
Non utilizzare il cibo come regolatore di emozioni
Quando si dà al bambino un alimento dolce per consolarlo, lo si abitua a credere l’emozione che prova possa essere modificata, in una più piacevole, attraverso il cibo che viene quindi usato come un “regolatore”. Questo comportamento è problematico perché fa aumentare il rischio di obesità e soprattutto è correlato a una maggiore incidenza di quella che in italiano può essere tradotta con il termine di fame emotiva, con una totale perdita di regolazione della fame e della sazietà.
I bimbi sono lo specchio di ciò che noi viviamo e facciamo: se ci osservano mangiare alimenti o bere bevande dolci in molte occasioni, normalizzeranno quel comportamento imitandolo.
Come gestire l’assunzione degli zuccheri nei piccoli
Anche se nei primi anni di vita è più fattibile evitare di offrire ai bimbi alimenti zuccherati, con la crescita aumentano le occasioni sociali di festa e di condivisione che prevedono “eccezioni”, ed aumentano gli incontri con il temuto junk food (cibo spazzatura), caratterizzato da alte quantità di zuccheri semplici e grassi saturi. Per instaurare un comportamento alimentare sereno e mantenere un approccio elastico con i nostri bimbi, è importante non demonizzare le occasioni piacevoli e importanti in cui il cibo dolce è presente (dai nonni, il gelato dopo il parchetto, la festa dell’amichetto), ma evitare che sia sempre disponibile e accessibile a casa: il negare completamente alimenti zuccherati non li aiuta, mentre potrebbe essere più educativo non offrire (a casa) e non negarlo in assoluto.
https://www.rsi.ch/s/2233838
Concludendo, anche se la convinzione che lo zucchero renda iperattivi è infondata, è noto che può influire sulla regolazione emotiva, incrementando ancora di più il rischio di obesità e di malattie correlate. Una adeguata offerta alimentare a casa, fatta di cibi sani, buoni e che fanno parte delle tradizioni, permette di gestire con serenità l’eccezione.
Supermercato: lo zucchero
RSI Food 25.04.2024, 12:35
Contenuto audio
Fonti:
- No, sugar doesn’t make your kids hyperactive Published: May 28, 2024
- Promozione Salute Svizzera. Zucchero: meno è meglio
- FDA Federazione Italiana Disturbi Alimentari “Non premiate i figli con il cibo, il rischio è un disturbo alimentare”
- Pediatra Carla “La famiglia si fa a tavola. Un viaggio nel comportamento dei bambini”. Sonda Editore.