Il crollo dell'80% del valore dei bitcoin non ha frenato lo sviluppo, quest’anno, delle criptovalute. Quanto meno per numero di utilizzatori. Secondo uno studio del Cambridge Centre for Alternative Finance il numero di quelli verificati è quasi raddoppiato nei primi nove mesi dell'anno, per arrivare a 35 milioni dai 18 del 2017, mentre gli account totali registrati dai provider sono 135 milioni.
Secondo i dati raccolti dagli esperti, nei Paesi sviluppati tra il 2% e il 9% della popolazione possiede qualche forma di criptovaluta. "I nostri dati indicano che la maggioranza degli utilizzatori, sia abituali che nuovi, sono individui e non investitori professionisti". Per quanto riguarda il tipo di valuta scambiata, il rapporto registra una crescita delle alternative ai bitcoin, con ormai l'84% dei provider che supporta più di un tipo di moneta.
Il documento ha esaminato anche due aspetti spesso criticati delle criptovalute: il dispendio energetico e la sicurezza. Sul consumo di energia la stima per il 2018 è tra 52 e 111 Terawattora per anno. "La media di questa stima, 82 Terawattora, è equivalente all'energia totale consumata dall'intero Belgio ma è anche meno dello 0,01% dell'energia prodotta nel mondo in un anno", notano gli autori. Dati molto negativi sono riportati invece sulla sicurezza, con ben 854 milioni di dollari (852 milioni di franchi) persi per falle nelle transazioni sfruttate da malintenzionati.
ATS/ANSA/Swing