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Palme in vendita seppur invasive

La specie "ticinese" è tra quelle pericolose per la biodiversità ma è sempre possibile acquistarla e piantarla - Manca un divieto federale

  • 15 maggio 2021, 22:34
  • 5 settembre 2023, 05:58

CSI 18.00 del 15.05.21 - Il servizio di Darco Degrussa

RSI New Articles 15.05.2021, 21:44

  • ©Ti-Press/Francesca Agosta
Di: Diem/CSI

Palma cinese. Palma giapponese. Palma di Chusan. Palma di Fortune. Palma eccelsa. Palma rustica. Palma trachicarpo. Palma a ventaglio comune. Palma ticinese. Comunque la si chiami, è sempre lei: la Trachycarpus fortunei, una pianta originaria dell'Asia che nel corso dell'ultimo secolo è diventato un po' il simbolo dell'anima mediterranea del Sud delle Alpi, ma è anche un problema sempre più diffuso. Se restasse confinata in parchi e giardini non sarebbe un gran male. Invece continua ad espandersi, invadendo i boschi e gli altri ambienti naturali che nel giro di qualche tempo si trovano invasi e la vegetazione indigena soffre. Il suo sviluppo è spettacolare: non patisce il freddo e ogni esemplare femmina può produrre più di 10'000 semi all'anno. Da tempo è ritenuta una minaccia per la diversità e fa parte della lista nera delle neofite invasive che arrecano danni, la cui presenza e diffusione deve essere impedita. Eppure, malgrado il suo inserimento nell'elenco di Info Flora, malgrado gli avvisi delle autorità e malgrado le raccomandazioni delle associazioni del settore, continua ad essere venduta. Alcuni grandi distributori e giardinieri l'hanno tolta dal loro assortimento. Altri no.

Non c'è un divieto federale

La distribuzione del Trachycarpus fortunei in Svizzera

La distribuzione del Trachycarpus fortunei in Svizzera

  • ©Info Flora

Perché si è arrivati a questo punto? Perché, ha spiegato alla RSI da Mauro Togni, coordinatore del Gruppo di lavoro organismi alloctoni invasivi, un vero e proprio divieto della Trachycarpus fortunei in Svizzera non c'è. "C'è una rinuncia volontaria fatta da JardinSuisse, l'associazione di categoria, alla quale però purtroppo non tutti i giardinieri aderiscono". Una situazione che a Berna si sta cercando di cambiare. "C'è in ballo una revisione della legge sulla protezione dell'ambiente che vorrebbe andare in quella direzione. Non siamo ancora arrivati però al divieto che per esempio è già realtà in Italia. In Piemonte e in Lombardia è vietata. Purtroppo da noi, in Svizzera, questo divieto dovrebbe essere regolato a livello federale".

Intanto la palma ticinese prospera e in alcune zone si è già sostituita alla vegetazione autoctona. "Nel zona del Locarnese se ne vedono alcuni esempi molto, molto importanti dove si capisce proprio quale è il pericolo della formazione di una monocoltura. Penso in particolare alla parte destra della strada che va verso la Valle Maggia, tra Solduno e Ponte Brolla. Ci sono alcuni punti dove si vede benissimo che ci sono solo palme, esclusivamente palme e nel sottobosco non cresce più niente".

In mancanza di una linea chiara valida per tutti dettata dalle autorità federali e cantonali, vari operatori del settore continuano a soddisfare la richiesta del mercato. "Possiamo diffondere raccomandazioni, ma il compito di emettere divieti non spetta a noi", sottolinea il presidente di JardinSuisse Ticino Fabio Forni che, dato il periodo adatto per l'operazione, invita tutti a contribuire alla lotta contro la propagazione delle palme tramite il taglio delle infiorescenze e la raccolta dei frutti.

I problemi causati dalla Trachycarpus fortunei in Ticino

Riduce la biodiversità in quanto forma popolamenti monospecifici molto densi, in concorrenza con la vegetazione indigena. Crea problemi alla funzione protettiva dei boschi perché le radici piuttosto piccole e corte non permettono di stabilizzare il terreno in profondità, facilitando così le erosioni. Le fibre che ricoprono il fusto aumentano la forza degli incendi.

Consigli per liberarsene

Per evitare la proliferazione della palma cinese le autorità invitano i proprietari ad adottare alcuni accorgimenti: tagliare eventuali inflorescenze in maggio, trasportare i frutti in sacchi ben chiusi in modo da non diffondere la specie, smaltire i frutti con i rifiuti solidi urbani e le inflorescenze nel compostaggio. Il legno può essere utilizzato in un impianto per la produzione di calore. Se poi si volessero eliminare dal proprio giardino conviene estirparle con le radici (esemplari giovani), toglierle interamente con la terra circostante (piante fino a 60 centimetri di altezza) o tagliarle al piede (esemplari adulti).

Alternative indigene? Non ce ne sono

Le schede allestite dal canton Ticino non ne prevedono poiché "non esistono piante simili nella flora indigena". Però esistono alcune specie affini non invasive come la Phoenix canariensis (la palma delle Canarie), la Jubaea chilensis (la palma da vino cilena) e la Brahea armata (la palma blu del Messico).

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