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Una novità, tanti problemi

Il nuovo regolamento europeo (GDPR) sulla privacy scatena i primi ricorsi. Non tutte le aziende sono in regola. Diversi siti inaccessibili

  • 25 maggio 2018, 20:00
  • 23 novembre, 01:24
02:47

Una novità, tanti problemi

RSI/Tomas Miglierina 25.05.2018, 20:00

Il nuovo regolamento europeo sul trattamento e la protezione dei dati personali (GDPR), entrato in vigore alla mezzanotte tra giovedì e venerdì, ha iniziato a produrre i suoi effetti. Da una parte fioccano i primi ricorsi per la violazione delle nuove norme, dall'altra è iniziata la corsa a mettersi in regola (anche se non tutte le comunicazioni inviate in queste ore rispettano la legge). Intanto, nonostante il regolamento abbia dato due anni per mettersi in regola, molti hanno atteso l’ultimo momento per farlo o non l’hanno fatto affatto.

Bloccati anche importanti siti USA

E’ il caso di diversi siti statunitensi, compresi quelli di alcuni media, che venerdì sono inaccessibili dal territorio europeo, o accessibili in forma ridotta, a causa di difficoltà tecniche legate alle nuove norme del GDPR. Tra i siti irraggiungibili anche dalla Svizzera (in questo caso trattata alla stregua di un Paese UE): il New York Daily News, il Chicago Tribune, il Los Angeles Times, l’Orlando Sentinel e il Baltimore Sun.

L'avviso sul sito del Los Angele Times

L'avviso sul sito del Los Angele Times

Per quanto riguarda i ricorsi, tra i primi a muoversi c’è stato il giurista austriaco Max Schrems, bestia nera dei giganti di internet contro cui ha già intentato diversi ricorsi per abusi sui dati personali. Schrems e la sua organizzazione NOYB (None of your business, non sono affari tuoi), pochi minuti dopo la mezzanotte, hanno intentato ricorsi contro Google su Android in Francia, contro Instagram in Belgio, contro WhatsApp in Germania e contro Facebook in Austria.

Buttarelli: non tutte le informazioni sono corrette

Nel frattempo, sempre a causa del tempo perso, in questi giorni milioni di persone stanno ricevendo messaggi che invitano ad esprimere il consenso. Non tutti questi messaggi, però, sono corretti, ha spiegato ai microfoni della RSI il garante europeo per la privacy, Giovanni Buttarelli (guarda la videointervista integrale in testa all'articolo).

"Vi sono comunicazioni corrette, che prendono spunto da questa novità normativa per aggiornare le loro mailing list e per dare l'opportunità di cambiare le nostre preferenze. E qui siamo nell'ambito del giusto, dell'opportuno. Poi ho visto, anche come utente e consumatore, alcune informative che mi hanno particolarmente impressionato perché sono scritte in un linguaggio lunghissimo, confuso, in "legalese", volte più a tutelare la società che i clienti, non lasciano scelta. Quindi abbandonano anche il consenso e propongono clausole contrattuali nella forma prendere o lasciare. Sono molto perplesso, anche molti colleghi lo sono. E quindi queste comunicazioni verranno esaminate", spiega Buttarelli.

TG/RG/M. Ang.


02:37

GDPR, aziende impreparate in Ticino

Telegiornale 25.05.2018, 20:00


01:21

RG 18.30 del 25.05.18 - La corrispondenza di Tomas Miglierina

RSI Info 25.05.2018, 18:27

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