Il commento

Una notte da regine

Il premio del cinema svizzero incorona Reinas di Klaudia Reynicke

  • Ieri, 09:08
  • Ieri, 17:55
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La regista di "Reinas" Klaudia Reynicke (sinistra) con la sua produttrice Britta Rindelaub

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Di: Moira Bubola 

Probabilmente potevamo aspettarcelo che il premio per il miglior film del 2024 andasse a Reinas di Klaudia Reynicke. Film che non solo è stato il candidato svizzero per l’Oscar al miglior film straniero, ma che ha avuto un anno veramente inimmaginabile. Dalla selezione al Sundance Film Festival (primo film svizzero di fiction) a quella alla Berlinale, passando per numerosi altri festival internazionali, incluso Locarno (in Piazza Grande, con grande successo) e Soletta. A chiudere un anno assolutamente magico, è arrivato il Quartz per il miglior film. Reinas è una storia in parte autobiografica e in parte costruita sui ricordi di una generazione, quella della regista ticinese-peruviana Klaudia Reynicke.

Opera terza (dopo Il Nido del 2016 e Love me tender del 2019, entrambi coprodotti da RSI) Reinas è un racconto pieno di suoni, colori, musica e situazioni che ci riportano a Lima, nel 1992: un periodo storico tumultuoso, con il coprifuoco nelle strade e il desiderio -che per molti è più che altro una necessità- di fuggire per cercare una vita migliore. Un po’ come capitato alla famiglia della regista, passata prima dagli USA e poi in Svizzera; un po’ come è in procinto di fare Elena con le due figlie Lucia e Aurora. Quando il padre Carlos, che vive di espedienti, ricompare nella loro vita per firmare i documenti per l’espatrio, le due ragazzine mettono in discussione il progetto della madre e sembrano non voler più lasciare la loro vita e il loro ritrovato papà. Le emozioni che l’imminente viaggio porta con sé catalizzano gli ultimi giorni in Perù di questo piccolo nucleo famigliare, sospese tra rimorso, speranza e paura.

Un film che celebra i legami famigliari e che guarda con nostalgia ad un tempo che fu: difficile sicuramente, ma solidamente ancorato nella memoria collettiva di quella generazione.

Un’annata cinematografica da ricordare per la qualità di tutti i film e i documentari presenti e per una cerimonia snella e ben gestita, c’è anche stato un fuori programma a sorpresa: alcuni membri dell’Accademia del cinema svizzero hanno attribuito il premio per il miglior incasso al botteghino a Bonjour Ticino di Peter Luisi. Un piccolo momento anarchico che ben si sposa con la creatività del mondo delle immagini in movimento.

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Aftershow del Premio del Cinema Svizzero: i vincitori 2025

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