Reportage

Capanne CAS, difficile fare a meno degli elicotteri

Un terzo delle emissioni di CO2 dei rifugi è legato ai voli di rifornimento, ma in molti casi non ci sono alternative

  • 3 agosto, 06:45
  • 12 settembre, 11:54
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In alcuni casi si torna a fare affidamento alla forza delle gambe

  • Keystone
Di: Thomas Pressmann (SRF)/sf 

Il gatto Clooney è infelice, nella sua gabbietta pronto a decollare. Anche le parole di conforto del padrone non servono a nulla. All’inizio della stagione, con il cibo, anche il micio prende il volo verso la capanna.

Per i rifugi più frequentati, i voli di rifornimento sono necessari ogni settimana, sottolinea un articolo di SRF. Nel caso del Geltenhütte, vicino a Gstaad, la capannara Susanne Brand ne organizza ogni due settimane. E Clooney prende l’elicottero solo all’inizio e alla fine della stagione.

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Il gatto Clooney aspetta il decollo accanto a dei gerani

  • Thomas Pressmann/SRF

Che si tratti di gatti o patate, lo sforzo logistico è enorme. “A volte mi sveglio di notte e mi chiedo se ho pensato a tutto”, dice Brand.

Si studiano alternative agli elicotteri (Regionaljournal, SRF, 19.07.2024)

Necessaria molta pianificazione

In un sacco un elicottero può trasportare fino a 800 chili di merce, e ogni grammo conta, ecco perché il peso esatto viene annotato su ogni contenitore.

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I rifornimenti per circa due settimane

  • Thomas Pressmann/SRF

Mentre prepara il carico, Susanne Brand pensa “A volte meno sarebbe meglio”. Si riferisce alla vasta offerta proposta a oltre duemila metri di quota, Ma deve anche offrire una scelta ai suoi ospiti, in fondo è così che si guadagna da vivere.

Se possibile, ridurre, anche per i costi

Con diversi accorgimenti, Brand riesce a fare ricorso a un rifornimento in elicottero ogni 15 giorni. Ridurre i voli al minimo non è solo una questione di ecologia, ma anche di costi: per ogni volo bisogna infatti sborsare diverse centinaia di franchi.

Fare a meno dell’elicottero non è però possibile alla Geltenhütte, così come per molte altre capanne del Club alpino svizzero (CAS). Almeno il 90% dei circa 120 rifugi hanno bisogno di voli di rifornimento, in alcuni casi ogni settimana.

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Secondo i dati del CAS, solo 12 capanne (blu) non hanno bisogno di rifornimenti aerei

  • SRF

I voli hanno sempre fatto discutere al CAS. Già quando i primi elicotteri fecero la loro comparsa in montagna, circa 70 anni fa, si dibatteva di voli di trasporto e turistici.

La ricerca di alternative

La consapevolezza ecologica negli ultimi anni è aumentata, osserva Philippe Wäger, responsabile di capanne e ambiente al CAS: “I soci e le sezioni riflettono su come gestire i rifugi in modo più ecologico”. Uno studio del CS ha rivelato che un terzo delle emissioni di CO2 delle capanne è legato al trasporto in elicottero.

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La Geltenhütte, a duemila metri di quota nella regione di Gstaad

  • Thomas Pressmann/SRF

Trovare un’alternativa non è però facile. I droni, ad esempio, non sono abbastanza efficienti, mentre la costruzione di nuove teleferiche è costosa e spesso poco ecologica.

Alcune capanne tornano a fare affidamento alla forza dei muscoli, con gruppi che si caricano la merce in spalla e la trasportano su per la montagna. Alla Gspaltenhornhütte, nell’Oberland bernese, questo permette di risparmiare un volo in elicottero. Una goccia nel mare? Non secondo il capannaro Thomas Jentsch: “Ne vale la pena, ogni chilo conta”.

L’articolo originale è stato pubblicato da SRF e tradotto dalla redazione di “dialogo”, un’offerta della SSR che propone contenuti da tutta la Svizzera tradotti in tutte le lingue nazionali e in inglese, oltre a uno spazio di dibattito, anche questo tradotto e moderato.

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02:19

Capanne, stagione a rilento

Telegiornale 29.07.2024, 20:00

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