Reportage

L’albero del paradiso, un inferno da eliminare

La città di Baden ha dichiarato guerra alla pianta invasiva, che in Ticino ha ormai già colonizzato anche i boschi

  • 31 luglio, 07:46
  • 31 luglio, 08:18
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Una pianta poco esigente, che cresce e si diffonde rapidamente

  • infoflora.ch/Erwin Jörg
Di: Kim Lehmann (SRF)/sf

Il terreno povero, la siccità e persino il sale non lo disturbano molto. Anche l’inquinamento non è un problema. E ha un bell’aspetto. Ecco perché l’albero del paradiso è stato introdotto in Europa dalla Cina come pianta ornamentale nel XVIII secolo, come ricorda un articolo di SRF.

Oggi la pianta, che cresce fino a 30 metri, è considerata una specie invasiva, una neofita. Gli alberi crescono velocemente, tra i due e i tre metri all’anno, e si diffondono rapidamente, grazie ai semi alati che possono essere trasportati lontani dal vento.

Queste piante poco esigenti sostituiscono le specie autoctone, in città e lungo le strade i germogli a crescita rapida possono danneggiare pavimentazione ed edifici. Inoltre, il contatto con la corteccia o le foglie può causare irritazioni cutanee, mentre il polline può scatenare reazioni allergiche.

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I giovani alberi del paradiso possono sfondare catrame e cemento

  • infoflora.ch/Erwin Jörg

In Ticino, gli alberi del paradiso si stanno diffondendo da tempo e hanno ormai colonizzato anche i boschi. Queste piante crescono ormai anche a nord della Alpi grazie alle temperature più elevate e partire dal prossimo settembre non potranno più essere venduti o piantati in Svizzera, in quanto specie invasiva, come anche la palma di Fortune.

Molti comuni vogliono eliminare gli alberi del paradiso dal loro territorio, tra cui la città di Baden, nel canton Argovia. Abbattere le piante con una motosega non è però una soluzione. “Non si può abbattere un albero del paradiso in questo modo, perché germoglia facilmente dalle radici. È una reazione all’abbattimento”, spiega Stefanie Wiesinger, specialista di ambiente e natura della città di Baden.

Il reportage da Baden (Regionaljournal, SRF, 19.07.2024)

Un pericolo per auto e persone

Nei boschi, per eliminare gli alberi, si taglia quindi la corteccia attorno all’intero tronco con una motosega. La pianta così muore su diversi anni senza germogliare, come accadrebbe se dovesse essere abbattuto.

Mentre l’albero muore, potrebbero però cadere dei rami secchi, che rappresenterebbero un pericolo per persone e auto in città. Ecco perché a Baden si sta sperimentando un metodo alternativo.

Affrontare il problema alla radice

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L'albero del paradiso sulla Schadenmühleplatz a Baden

  • SRF

L’albero del paradiso sulla Schadenmühleplatz è stato potato pesantemente, per impedire la diffusione dei semi. Per dargli il colpo di grazia si fa poi ricorso al vapore. Una forca viene conficcata nel terreno, vicino alle radici, ed emette vapore a 200 gradi.

L’alta temperature danneggia le cellule delle radici e le impedisce di germogliare. Inoltre non sono più in grado di assorbire acqua, portando alla morte della pianta. Sono in corso dei test per stabilire la frequenza e la temperatura necessaria per il trattamento delle radici, in modo da poter combattere più facilmente contro altri alberi.

Ogni albero in meno fa male

Ma perché gli alberi a Baden vengono rimossi solo adesso? Wiesinger spiega che in realtà si lotta da molto tempo contro gli alberi del paradiso, prendendo di mira le giovani piante. Ma non è stato sufficiente. Il dispendio di tempo e denaro è diventato sempre più importante. Ecco perché ora sono gli alberi adulti, in grado di produrre semi, a essere presi di mira.

I grandi alberi del paradiso come quello di Baden sono rari e per la specialista fa sempre male dover abbattere una pianta di queste dimensioni, ma si tratta di un compromesso. Inoltre, al posto degli alberi del paradiso rimossi, dovrebbero essere piantati altri alberi, per favorire la biodiversità.

L’articolo originale è stato pubblicato da SRF e tradotto dalla redazione di “dialogo”, un’offerta della SSR che propone contenuti da tutta la Svizzera tradotti in tutte le lingue nazionali e in inglese, oltre a uno spazio di dibattito, anche questo tradotto e moderato.

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Ivo Knoepfel - La natura come filo conduttore

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