Approfondimento

La “van life” seduce la Svizzera

Il numero di furgoni e camper sulle strade è esploso dopo il Covid - Un’opportunità e una sfida per le regioni turistiche

  • 18 maggio, 06:45
  • 18 maggio, 21:04
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Viaggiare e fermarsi a piacimento: una possibilità che attira

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Di: Alain Orange (RTS)/sf 

Le vacanze con un camper o un furgone modificato sono esplose durante il Covid e la vanlife continua a sedurre la Svizzera. Le vendite di questi veicoli, anche se sono rallentate rispetto al periodo della pandemia, continuano a buon ritmo.

L’idea di potersi mettere in viaggio e fermarsi a piacimento affascina molte persone, anche se l’investimento iniziale può essere impegnativo. Come sottolinea la famiglia Paquier a RTS, il costo di 62’000 franchi per il furgone viene poi compensato da spese di viaggio piuttosto contenute: 50 franchi al giorno per tre persone, cibo e carburante compresi.

Un vero business

La vanlife oggi non è più riservata a qualche spirito avventuroso, ma seduce sempre più persone della classe media ed è diventato un vero business.

Bantam, numero uno dei veicoli per il tempo libero in Svizzera, consegna diverse centinaia di veicoli ogni anno e dopo il Covid le vendite sono aumentate del 20%.

Il modello più popolare costa 63’000 franchi e offre un letto doppio, gabinetto, doccia, cucina a gas, frigo e un salottino. “Le persone cercano una certa indipendenza e avventura, senza però rinunciare alle comodità. Quindi c’è tutto il comfort di un camper in un furgone” dice Dan Wankmüller, direttore generale di Bantam.

Non solo acquisti

Per potersi permettere il mezzo dei propri sogni, alcuni lo affittano nei periodi in cui non lo usano. Altri tentano l’esperienza della comproprietà, come quella proposta da Van-it-up. Secondo la fondatrice Pauline Musy, la comproprietà presenta diversi vantaggi. “Il costo di un veicolo nuovo è alto, senza contare la manutenzione. Ci siamo detti che sarebbe interessante dividere le spese” dice, sottolineando che è un modello già in uso per le case di vacanza.

Una sfida per i Comuni

Nel 2020, le restrizioni legate alla pandemia, hanno portato a un forte aumento del numero di camperisti e il loro arrivo massiccio ha provocato diversi problemi, come il campeggio abusivo, a causa anche della mancanza di sufficienti aree di sosta. In Ticino si è poi corsi ai ripari, creando negli anni successivi nuove zone per i camperisti, anche se meno di quante si sarebbe voluto.

Una situazione condivisa in diverse regioni periferiche, come la Valle di Joux, che nel 2022 ha lanciato uno studio sul caravanning per inquadrare meglio il fenomeno, e ha creato nuove infrastrutture.

L’esperienza della Valle di Joux (Basik/RTS)

Ricadute economiche

L’aumento degli adepti della vanlife rappresenta anche un’opportunità per le regioni turistiche. Sono infatti dei turisti, che spendono nella regione dove decidono di fermarsi. Se le entrate non sono così importanti come per i turisti più classici, che soggiornano in alberghi o appartamenti di vacanza, ma usano comunque le infrastrutture, come piscine, musei o parchi divertimenti, e comprano le loro provviste nei negozi.

L’articolo originale è stato pubblicato da RTS e tradotto dalla redazione di “dialogo”, un’offerta della SSR che propone contenuti da tutta la Svizzera tradotti in tutte le lingue nazionali e in inglese, oltre a uno spazio di dibattito, anche questo tradotto e moderato.

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