Diversi siti web e account Telegram filorussi identificati dalla cellula inchieste di RTS pubblicano ogni giorno decine di foto di presunti combattenti attivi in Ucraina. Questi post sono corredati da informazioni personali ottenute liberamente su internet o attraverso attacchi informatici, in alcuni casi con la pubblicazione di copie di documenti d’identità o numeri di telefono. Tra le persone esposte, numerosi sudamericani, principalmente colombiani. Ma anche britannici, americani e... svizzeri.
Il team investigativo della RTS ha identificato una decina di cittadini svizzeri la cui identità è stata rivelata su queste piattaforme. Patrick Schärrer è uno di loro. Questo quarantenne zurighese, istruttore militare di formazione, ha visto i suoi dati personali pubblicati alla fine di gennaio 2025. Un account Telegram filorusso ha pubblicato sue foto in uniforme militare in luoghi non identificabili, nonché dettagli sulla sua residenza e percorso professionale.
Presunti mercenari denunciati online (19h30, RTS, 16.03.2025)
“Informazioni false”
Il post fa riferimento anche alla sua amicizia con il fratello del sindaco di Kiev, il famoso pugile ucraino Wladimir Klitschko. Patrick Schärrer siede nel consiglio di amministrazione della sua fondazione. È questo che lo ha portato vicino al fronte, spiega in un’intervista rilasciata alla RTS.
Tuttavia, nega di aver combattuto: “Sono informazioni false. Le foto che sono state pubblicate non sono state scattate in Ucraina o mostrano altre persone, non me. Per quanto mi riguarda, ho lavorato in Ucraina durante una missione umanitaria che abbiamo organizzato nell’ambito della fondazione per formare i civili nelle zone di guerra al primo soccorso. Conosciamo almeno dieci casi in cui questo ha permesso di salvare vite. Se qualcuno ha un problema con questa attività, può chiamarmi”.
Il tema è delicato. In Svizzera, chi fa il mercenario all’estero è punibile con una pena detentiva fino a tre anni di prigione. I siti web e gli account filorussi che danno la caccia ai mercenari mettono a disposizione moduli per facilitare le denunce nei loro Paesi d’origine.
La Svizzera ne ha già ricevute? Contattata dalla RTS, la giustizia militare non ha voluto rispondere. Secondo un conteggio annunciato dai suoi servizi nel dicembre 2024, sono stati aperti tredici procedimenti contro cittadini svizzeri sospettati di aver partecipato ai combattimenti in Ucraina. Si tratta delle persone la cui identità è stata rivelata sui siti web e gli account filorussi? La giustizia militare non rilascia dichiarazioni.
Amnistia per gli svizzeri che hanno combattuto in Ucraina?
Un’iniziativa parlamentare che chiede l’amnistia per gli svizzeri che hanno combattuto in Ucraina è stata presentata nel settembre 2024 dal consigliere nazionale socialista grigionese Jon Pult.
Ma questo testo è stato respinto in commissione e ha poche possibilità di essere approvato dal Consiglio nazionale, che dovrà pronunciarsi entro quest’estate.
Numero di telefono pubblicato
La RTS è riuscita a contattare un altro svizzero il cui nome appare in un registro di presunti mercenari attivi nella legione internazionale ucraina. Il documento è stato pubblicato su un sito web filorusso, accompagnato dai numeri di telefono degli interessati. L’interessato nega di essere un mercenario. Spiega di aver effettuato una prima registrazione sul sito web della legione e di non aver dato seguito alle altre procedure. La divulgazione del suo numero di telefono gli è valsa numerosi messaggi ostili, così come minacce di morte, spiega, fornendo prove a sostegno.
Ho preso precauzioni per proteggere me e la mia famiglia
Patrick Schärrer, istruttore militare
Patrick Schärrer non ha vissuto la stessa disavventura. Il suo numero di telefono non è stato divulgato. Ciononostante, ha rafforzato la sua sicurezza: “Quando l’informazione è uscita, ho preso disposizioni per proteggere la mia famiglia e me stesso. Ne ho informato la polizia locale e i servizi di sicurezza. Ma mi rifiuto di barricarmi. Considero che si tratti soprattutto di intimidazione” spiega.
Un portale internet filorusso fornisce alcune spiegazioni sul suo approccio. Afferma di agire in conformità con una proposta dell’ex presidente russo Dmitri Medvedev. In un post su Telegram pubblicato nel settembre 2024, quest’ultimo suggeriva di creare un database pubblico e aperto per esporre i nemici della Russia, con i loro dati personali. “Per ragioni del tutto pratiche”, scriveva all’epoca in questo post.
Secondo Mosca sono 57 gli svizzeri sul campo in Ucraina
Nel marzo 2024, il Ministero della difesa russo ha affermato che 57 cittadini svizzeri sono stati identificati sul campo in Ucraina. Lo stesso comunicato riportava 30 morti tra di loro.
Contattata dalla RTS, l’ambasciata della Federazione Russa in Svizzera fa sapere che questi dati non sono stati aggiornati da allora.
Da parte sua, il Dipartimento federale degli affari esteri non intende commentare questi dati e conferma che un cittadino svizzero ha probabilmente perso la vita durante i combattimenti in Ucraina.
Infine, in caso di arresto, l’ambasciata della Federazione Russa ricorda che i mercenari stranieri non sono coperti dalla Convenzione di Ginevra del 1949 sul trattamento dei prigionieri di guerra. Possono quindi essere perseguiti penalmente in Russia per la loro partecipazione alle ostilità ed essere condannati per omicidio nei casi in cui avessero ucciso membri delle forze avversarie.
Di pace e di armi
Modem 17.03.2025, 08:30
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