Approfondimento

Pagamenti elettronici: chi ci guadagna?

Sempre più persone fanno a meno del contante, ma non è chiaro quanto pesino sui commercianti le commissioni per carte e app

  • 28 aprile, 06:31
  • 28 aprile, 14:44
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I modi per pagare senza contanti si moltiplicano

  • Keystone
Di: Serge Enderlin (RTS)/sf 

Anne-Lise Noz ammette di sentirsi smarrita. Titolare dell’omonima cioccolateria a Losanna e presidentessa dell’Associazione dei commercianti della città, sente un certo disagio nel settore, legato all’aumento del ricorso ai mezzi di pagamento elettronici.

“Se si vende un croissant a un franco e 80 e la commissione è di 65 centesimi per la transazione, più l’1,5% dell’importo della vendita, non è possibile fare un guadagno sul prodotto” afferma alla trasmissione Basik di RTS.

L’approfondimento di Basik (RTS)

Sempre più commercianti segnalano che una parte del loro margine sparisce in maniera poco chiara. Noz sottolinea che nei contratti tra piccoli commercianti e fornitori di servizi per i pagamenti, le commissioni e una serie di spese annesse in generale sono segnalati. “Ma quando si verificano i conti, che siano giornalieri, settimanali o mensili, le deduzioni reali sono difficili da valutare” aggiunge.

Visa e Mastercard sotto osservazione

La Commissione della concorrenza (COMCO) vigila sugli abusi di posizione dominante e sui cartelli. Da anni tiene d’occhio gli attori nel settore dei pagamenti, la cui importanza continua a crescere. “Le commissioni sui pagamenti sono composte da due elementi. Il primo e più importante è la commissione pagata dal commerciante alla società che mette a disposizione il lettore di carte” spiega Olivier Schaller, vicedirettore della COMCO. Il secondo elemento è la commissione d’interscambio, che l’esercente paga alle banche che emettono le carte di credito o di debito usate dai clienti.

È proprio la commissione d’interscambio a essere sotto la lente della COMCO, che ha aperto due inchieste nel 2023 per determinare fino a dove si possono spingere. La Svizzera resta però un Paese poco incline ad adottare sanzioni contro aziende private, la maggior parte delle quali sono multinazionali, come il gigante statunitense Visa.

La risposta di Visa

“Siamo un’azienda globale presente in oltre 200 Paesi e regioni, che permette ogni giorno a miliardi di persone di pagare presso più di 130 milioni di negozi” sottolinea Santosh Ritter, responsabile Visa per la Svizzera.

Per quanto riguarda le commissioni sui pagamenti, spiega ancora Ritter, al primo livello ci sono quelle tra commerciante e fornitore di servizi, nel quale Visa non è implicata. “Al secondo livello, il tasso d’interscambio per le banche che emettono le carte, lo fissiamo noi, ma non ci guadagniamo nulla. Incassiamo solo, per esempio su una transazione di 45 franchi, è un tassa di circa un centesimo” afferma il vicedirettore.

Worldline svicola

Per cercare di vederci più chiaro su queste commissioni, bisogna rivolgersi a un altro intermediario: Worldline, leader mondiale tra i fornitori di servizi di pagamento. Il direttore della filiale svizzera, Marc Schluep, rileva che l’azienda tratta i pagamenti elettronici per 85’000 clienti in Svizzera, mette a disposizione i terminali di pagamento e assicura che le transazioni possano passare attraverso i canali abituali, come le carte, le app o anche le criptovalute, occupandosi delle verifiche di solvibilità e siocurezza.

Per quanto riguarda la commissione prelevata da Worldline, Schluep, sottolinea che anche i pagamenti in contanti non sono veramente gratuiti per l’esercente e aggiunge che la concorrenza nel settore dei pagamenti è sempre più forte in Svizzera. “Non sono quindi in grado di confermare il livello della nostra commissione” conclude il direttore.

Reazione politica

Di fronte a questo manco di trasparenza, si sollevano delle voci anche dalla politica, come quella del consigliere nazionale Emmanuel Amoos (PS/VS). “Ho incontrato questi attori e, ovviamente, la loro risposta è che non prelevano quasi nulla e che fanno il loro lavoro per il bene delle aziende e dei consumatori. Ma la realtà è che Visa, Mastercard e Worldline hanno una posizione dominante nel settore” afferma il politico.

Il socialista ha quindi depositato un’interpellanza parlamentare per chiedere maggiore trasparenza per i consumatori e i commercianti da parte di queste aziende.

Un campo sempre più affollato

Il numero di attori nel settore dei pagamenti continua a crescere. Uno di questi è la start up londinese SumUp, che si sta espandendo in tutta Europa con soluzioni di pagamento semplificate, per esempio attraverso un microterminale di pagamento, che costa 29 euro, senza tassa mensile, mentre la commissione sulle transazioni in Svizzera è dell’1,5% e può scendere fino 0,99% a seconda dei contratti.

Secondo Luke Beavon, direttore di SumUp, i pagamenti elettronici vanno a vantaggio anche dei commercianti: “Vuol dire più fatturato e meno spese per la gestione del contante. Inoltre tutte le transazioni sono registrate e si può sapere in tempo reale quanto si guadagna veramente”.

In Svizzera SumUp ha già convinto 50’000 piccoli commercianti, per un volume d’affari di due miliardi di franchi lo scorso anno, andando a intaccare il quasi monopolio di Worldline.

L’articolo originale è stato pubblicato da RTS e tradotto dalla redazione di “dialogo”, un’offerta della SSR che propone contenuti da tutta la Svizzera tradotti in tutte le lingue nazionali e in inglese, oltre a uno spazio di dibattito, anche questo tradotto e moderato.

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Notiziario 25.04.2024, 11:00

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