Approfondimento

Turchia, piattaforma di smercio di orologi svizzeri verso la Russia

Le esportazioni verso la Turchia sono esplose, ma sarebbe solo una tappa verso il mercato russo, aggirando le sanzioni

  • Oggi, 15:03
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  • Keystone
Di: Elias Baillif (RTS)/sf

Poco dopo l’invasione russa in Ucraina, diversi orologiai svizzeri hanno deciso di sospendere le consegne in Russia, e alcuni hanno pure chiuso i loro negozi. Nel marzo del 2022 interviene la Confederazione, che vieta l’esportazione di beni di lusso verso la Russia, quindi di qualsiasi bene il cui valore superi i 300 franchi, compreso attraverso un Paese terzo, spiega un approfondimento di RTS.

La via turca

Gli orologi svizzeri sono però venduti ancora oggi in Russia, vi arrivano semplicemente attraverso altre vie. “Le marche svizzere hanno capito molto presto che la domanda russa resta forte e utilizzano quindi le piattaforme di riesportazione. L’attività continua attraverso reti non ufficiali”, spiega Grégory Pons, giornalista specializzato nel settore orologiero.

Al centro di queste reti si trova la Turchia, dove nel secondo trimestre del 2023, le esportazioni hanno superato del 50% il valore più alto registrato prima dell’inizio della guerra in Ucraina.

L’inchiesta sulla riesportazioni degli orologi (Forum, RTS, 17.07.2024)

Una parte di questi orologi sono destinati ai ricchi cittadini russi fuggiti dal loro Paese, altri vengono riesportati in Russia grazie a degli intermediari che sfruttano l’assenza di sanzioni turche nei confronti di Mosca.

Dorothée Schmid, dell’Istituto francese di relazioni internazionali, sottolinea che con ogni nuovo pacchetto di sanzioni si constata un aumento delle relazioni economiche tra Russia e Turchia, che approfitta delle restrizioni che colpiscono i suoi concorrenti per sviluppare il proprio commercio. Il Paese può anche fungere da piattaforma per aggirare le sanzioni: “Circondata da tempo da Paesi sottoposti a sanzioni (Iraq, Iran Siria), la Turchia è diventata esperta in materia” afferma l’esperta.

Mosca permette ad Ankara di comprare il gas, e in cambio aeroporti e porti turchi riforniscono quelli russi di prodotti agricoli, materiali da costruzione, veicoli, pezzi di ricambio o orologi.

La risposta dei produttori

Una volta che gli orologi arrivano in Russia, dato che i marchi svizzeri hanno cessato le loro attività nel Paese, sono i distributori locali che rivendono i prodotti. Se riescono a recuperare la cartella dei clienti dei produttori svizzeri, beneficiano dei contatti di potenziali acquirenti in Russia.

“La catena degli intermediari si è allungata, il prezzo degli orologi è aumentato, ma per gli oligarchi non cambia nulla: è solo un po’ più complicato e caro” riassume Grégory Pons.

Lo Swatch Group non nega la possibilità che degli orologi arrivino in Russia dopo essere passati dalla Turchia. “È possibile che alcuni dei nostri prodotti siano ancora disponibili [in Russia] presso alcuni rivenditori esterni al gruppo, che vendono le scorte pre-conflitto” comunica, non escludendo neppure la creazione di un mercato di importazione parallelo, che non sarebbe però sotto il controllo del gruppo.

Posizione simile quella espressa da Rolex: “Tutte le vendite attuali di orologi nel Paese sono effettuate da rivenditori locali indipendenti che vendono orologi disponibili nei loro stock”.

Breitling, Patek Philippe, Piaget, Zenith e Hublot non hanno risposto alla RTS e nessun marchio ha commentato le possibili misure adottate per impedire la riesportazione dei prodotti in Russia.

Per Yves Bugmann, presidente della Federazione svizzera dell’industria orologiera, i marchi svizzeri applicano scrupolosamente le sanzioni. Per quanto riguarda il mercato turco, “non esiste finora alcun elemento che permetta di evidenziare uno sviluppo particolare, che suggerisca un’elusione delle sanzioni”, spiega. “Abbiamo già vissuto periodi di crescita simili prima della guerra in Ucraina”, aggiunge Bugmann.

La risposta del presidente Federazione dell’industria orologiera svizzera (Forum, RTS, 17.07.2024)

Tracciare gli orologi

“I produttori possono dire che si limitano ad esportare in Turchia e basta. E che il resto non è di loro competenza”, dice Thomas Baillod, specialista nella distribuzione internazionale di orologi. Secondo lui però i marchi sono perfettamente in grado di sapere dove vanno a finire le loro creazioni. “Per attivare la garanzia, certe marche richiedono la registrazione da parte del cliente finale. Così si sa dove vanno gli orologi. Si sa anche quando i prodotti tornano per il servizio post-vendita. Si può capire se c’è una casa da qualche parte” spiega Baillod.

I produttori contattati non hanno voluto rispondere in merito alla possibilità o meno di tracciare le loro esportazioni fino alla destinazione finale.

La SECO resta vaga

Le autorità svizzere, incaricate di far rispettare le sanzioni, hanno cercato di saperne di più su questo balzo delle esportazioni? Alcuni esperti contattati dalla RTS ne dubitano e accusano la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) di chiudere un occhio sulle riesportazioni di orologi svizzeri in Russia.

La SECO, dal suo canto, sostiene di perseguire sistematicamente le infrazioni. Per individuare eventuali violazioni, afferma di analizzare costantemente i flussi commerciali al fine di individuare i fattori di rischio legati all’evasione delle sanzioni sulle merci, in modo da effettuare, se necessario, dei controlli mirati. La SECO è però al corrente dei dati che riguardano l’orologeria e riconosce che è un settore con un rischio più elevato di altri.

Inoltre, la SECO afferma di cooperare con autorità estere per effettuare chiarimenti dettagliati. Non è però possibile sapere se questi chiarimenti siano stati fatti con le autorità turche.

Interessati anche i gioielli

Gli orologi non sono gli unici beni di lusso ad aver visto un aumento delle esportazioni verso la Turchia. Le spedizioni di gioielli hanno registrato una crescita ancora più spettacolare. Come l’orologeria, questo settore è esplicitamente preso di mira dalle sanzioni adottate nel 2022. Le risposte della SECO per questo settore sono identiche a quelle formulate per il settore dell’orologeria.

L’articolo originale è stato pubblicato da RTS e tradotto dalla redazione di “dialogo”, un’offerta della SSR che propone contenuti da tutta la Svizzera tradotti in tutte le lingue nazionali e in inglese, oltre a uno spazio di dibattito, anche questo tradotto e moderato.

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Orologeria, esportazioni in netto calo

Telegiornale 23.07.2024, 12:30

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