La Svizzera, a differenza di altri Paesi, nel campo della digitalizzazione non intende adottare norme troppo rigide, ma darsi regole in grado di essere adattate alla tecnologia in costante evoluzione. Le tecnologie blockchain o fintech vanno integrate nelle normative già esistenti, ha dichiarato a margine del WEF di Davos il presidente della Confederazione Ueli Maurer, presente a un incontro di Digitalswitzerland. L’organismo istituito nel 2015 riunisce oltre 120 rappresentanti dell'economia, della politica e dell'educazione.
Ueli Maurer durante il suo intervento all'incontro Digitalswitzerland
Il capo del Dipartimento federale delle finanze ha affermato che la Svizzera intende regolamentare i processi, non la tecnologia in sé, essendo quest'ultima sempre un passo avanti rispetto alla politica. I processi, ha spiegato, si sviluppano sempre secondo schemi simili. Per questo tecnologie del genere vanno incluse nelle leggi attuali, facendo in modo che la regolamentazione non risulti eccessivamente stringente.
Una società liberale deve rimanere tale, ha insistito dal canto suo il segretario di Stato alle questioni finanziarie internazionali, Jörg Gasser. Dobbiamo fornire un quadro che favorisca l'innovazione e la tecnologia. La legislazione elvetica è così flessibile da permettere che le novità possano esservi integrate.
Il presidente del Credit Suisse, Urs Rohner, ha sottolineato la rapidità con cui la digitalizzazione avanza e come essa venga ostacolata da molti imprenditori. Egli ha parlato della necessità anche di adeguare il sistema di formazione alla luce degli sconvolgimenti che la digitalizzazione porterà nel mondo del lavoro. Vi saranno mansioni che spariranno, e altre che verranno create ex novo. La società deve essere insomma preparata a simili cambiamenti.
Confronto sulle regole per le criptovalute
Il tema è stato al centro anche delle discussioni al WEF dove si è dibattuto di criptovalute. A confrontarsi sul loro futuro e a interrogarsi sulla necessità di regole condivise, tra gli altri, vi erano anche il professore di Kenneth Rogoff, professore ad Harvard, tra gli economisti più influenti a livello mondiale, e Jeremy Aller, titolare di una delle maggiori aziende statunitensi attive nel settore. Per il primo, convinto che "la possibilità che le criprovalute vadano a sostituire le monete tradizionale è fondamentalmente zero", una regolamentazione è indispensabile.