Economia e Finanza

Esportazioni svizzere in calo anche in agosto

Cali rilevanti registrati soprattutto su mercati cardine come Germania, Stati Uniti e Cina. Il settore orologiero resiste e guadagna quasi il 6%. L’import rimane invece piuttosto stabile

  • 19 settembre, 10:37
  • 19 settembre, 12:36
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RG 12.30 del 19.09.2024 Il servizio di Johnny Canonica

RSI Info 19.09.2024, 12:36

  • Keystone
Di: ATS/RSI Info 

Si confermano in calo, per il secondo mese consecutivo, le esportazioni svizzere: in agosto il valore dei beni venduti all’estero ha subito una flessione dell’1,2% rispetto a luglio, quando era stata registrata una contrazione del 2,7%. Sostanzialmente stabili (-0,1%) risultano per contro le importazioni (+0,2% in luglio).

Le variazioni indicate sono nominali: in termini reali (cioè corrette dell’effetto dei prezzi) si sono attestate rispettivamente a -0,2% (export) e -0,8% (import), stando ai dati pubblicati dall’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC). Hanno preso la via dell’estero merci per 22,1 miliardi di franchi, mentre in direzione opposta i movimenti sono stati per 18,3 miliardi: il periodo in rassegna si chiude con un’eccedenza di 3,9 miliardi.

Nel confronto con luglio i principali settori dell’export hanno avuto un andamento non uniforme. Il ramo di gran lunga più importante, il settore chimico-farmaceutico, segna (a livello nominale) -2,3% (a 12,0 miliardi di franchi); seguono le macchine e l’elettronica (-1,4% a 2,7 miliardi), l’orologeria (+5,9% a 2,3 miliardi) - che torna ad avanzare, dopo due mesi negativi - e gli strumenti di precisione (-2,8% a 1,4 miliardi).

A livello geografico il continente più interessante per i prodotti elvetici rimane l’Europa (+1,7% a 12,7 miliardi), con un contributo importante fornito da Germania (-4,6% a 3,4 miliardi, calo rilevante dato che si tratta abitualmente di uno dei maggiori importatori dei prodotti svizzeri), Italia (-7,7% a 1,7 miliardi) e Slovenia (+2,7% a 1,7 miliardi, con in primo piano il segmento farmaceutico). 

Mostra una netta flessione il Nordamerica (-12,3% a 4,4 miliardi): gli Stati Uniti, malgrado il calo (-13,2% a 4,0 miliardi), mantengono comunque il primato di maggiore importatore di merci dalla Confederazione, una posizione spesso disputata proprio con Berlino. In agosto si è registrata pure una leggera progressione dell’Asia  (+0,6% a 4,8 miliardi), nonostante lo scarso dinamismo della Cina (-1,2% a 1,3 miliardi).

Anche sul fronte delle importazioni il settore più importante rimane quello chimico-farmaceutico (+3,8% a 6,4 miliardi), seguito da macchine ed elettronica (-2,1% a 2,7 miliardi), veicoli (+0,7% a 1,6 miliardi), metalli (-3,0% a 1,2 miliardi) e alimentari (-0,5% a 1,1 miliardi). Riguardo alle regioni, sono in progressione sia l’Europa (+1,4% a 13,5 miliardi), sia l’Asia (+1,3% a 3,2 miliardi), mentre arretra il Nordamerica (-6,0% a 1,2 miliardi).

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Notiziario 19.09.2024, 10:00

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