Fusioni e acquisizioni aziendali con partecipazione svizzera hanno fatto segnare un nuovo primato nel 2018: sono state 493, il 25% in più dell'anno prima. Il volume delle transazioni è salito del 31% a 132,9 miliardi di dollari (più o meno l'equivalente in franchi), ma è rimasto inferiore al primato di 188 miliardi registrato nel 2014, secondo la statistica diffusa mercoledì dalla società di consulenza KPMG.
L'operazione più importante è stata la vendita da parte di Novartis all'inglese GlaxoSmithKline di una partecipazione da 13 miliardi di dollari, in parte riutilizzati per comprare la statunitense Avexis, seguita dalla cessione di un settore della ABB alla giapponese Hitachi per 9,4 e dell'addio di Glencore alla sua quota nella russa Rosneft per 9,3. E proprio nel settore farmaceutico si registrano anche la maggiore attività (88), ma dinamismo è stato riscontrato anche nei settori tecnologia, telecomunicazione e media (68) e finanza (62). Alle ditte elvetiche piace fare acquisti negli Stati Uniti, mentre a loro volta sono spesso oggetto di interesse per le società asiatiche.
Il rapporto evidenzia anche la sempre maggiore diffusione del "private equity", ovvero di fondi che acquistano una quota di un'azienda, di solito non quotata in borsa, per valorizzarla e poi cederla realizzando un utile. Un'operazione non industriale ma puramente finanziaria, che ha rappresentato un terzo del totale.