Il Consiglio federale dovrà fornire spiegazioni sulle granate a mano svizzere vendute agli Emirati Arabi Uniti (EAU), finite in Siria. La Commissione della gestione del Consiglio nazionale attende una risposta entro la metà di ottobre.
Il governo dovrà presentare un rapporto sull'esito delle indagini in corso, svolte da una commissione d'inchiesta comune EAU-Svizzera. La commissione chiede anche di elencare, a partire dal 2007, i casi di violazione delle dichiarazioni di non riesportazione, nonché eventuali provvedimenti adottati.
Una fornitura del 2003
La vicenda delle granate risale all'inizio di luglio, dopo la pubblicazione da parte del settimanale «SonntagsZeitung» della foto di una bomba a mano che apparterrebbe a una fornitura di granate ad Abou Dhabi, da parte della RUAG. Secondo il settimanale l’ordigno è stato trovato nella località siriana di Marea. Dai primi accertamenti, la granata rientra tra quelle fornite nel 2003: all'epoca, 225'162 esemplari furono venduti all'esercito degli EAU, il cui comando aveva firmato una dichiarazione di non riesportazione di queste armi. In un primo tempo, la Svizzera ha deciso di bloccare le forniture già autorizzate di armi agli EAU ma il provvedimento è poi stato revocato il 20 luglio, dopo l’intesa fra Berna e Abou Dhabi di istituire una commissione d'inchiesta comune.