Le esportazioni orologiere svizzere dovrebbero far segnare un nuovo primato quest'anno, superando i 21,8 miliardi di franchi conseguiti nel 2013, e anche per il 2015 il settore si aspetta un esercizio positivo, malgrado le incertezze geopolitiche, l'economia europea che marcia sul posto e quella mondiale che cresce al rallentatore.
"Non stiamo assolutamente attraversando una crisi", spiega il presidente della FH, la federazione dei produttori elvetici, Jean-Daniel Pasche, anche se una frenata negli ultimi mesi c'è stata. Fino a novembre, le vendite all'estero di orologi e componenti facevano segnare una progressione del 2,3% , malgrado la flessione del 4,4% nell'ultimo mese. Pasche reputa che su base annua si possa superare la soglia dei 22 miliardi.
Guardando ai principali sbocchi, gli Stati Uniti si confermano nel ruolo di locomotiva, mentre Hong Kong, il maggiore mercato da tempo, e la Cina hanno subito il contraccolpo in novembre ma fanno segnare dati annuali rispettivamente leggermente al di sopra e leggermente al di sotto della parità. L'Italia, quinta nella graduatoria, regge.
pon/ATS
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