Anche UBS è stata toccata dal crollo del fondo speculativo Archegos. Le sue perdite dovrebbero aggirarsi attorno al centinaio di milioni di franchi. Un importo che non è ancora stato confermato, ma questa ipotesi circola con insistenza sulla piazza finanziaria di Zurigo. UBS era comunque tra le principali creditrici di Archegos e nelle ultime settimane sarebbe stata impegnata in intense trattative per limitare i danni.
Ci sarebbe riuscita meglio rispetto a Credit Suisse, che sta vivendo giornate piuttosto agitate. Oggi, mercoledì, a Zurigo il valore della sua azione è sceso sotto la soglia dei 10 franchi. Desta preoccupazione l’eventualità che di fronte a questa situazione l’istituto possa risultare non sufficientemente capitalizzato. Il quadro sarà più chiaro il 22 aprile prossimo, quando CS presenterà i nuovi risultati trimestrali.
Nel giro di pochi giorni il valore dell’azione Credit Suisse è sceso del 20%. E ora ci si chiede se per sopravvivere la banca non sia costretta a ricorrere ad un aumento di capitale, operazione poco gradita dagli azionisti perché di fatto comporterebbe una svalutazione delle azioni già in circolazione. CS sta tentando di contenere non solo il contraccolpo legato ad Archegos, ma anche quello legato alla società anglo-australiana Greensill.