“Siamo persuasi che sia giunto il momento di smettere di parlare di dumping salariale, per cominciare a combatterlo con misure incisive”. Con queste parole Greta Gysin, deputata in Gran Consiglio, ha argomentato il lancio da parte dei Verdi dell'iniziativa costituzionale "Salviamo il lavoro in Ticino!”. Entro 60 giorni dovranno essere raccolte 10'000 firme.
Il testo, ha spiegato in conferenza stampa a Bellinzona Michela Delcò Patralli, prende ispirazione da quello presentato e accolto nei cantoni di Giura e Neuchâtel. La proposta dei Verdi del Ticino vuole promuovere il diritto a un salario dignitoso al rango di diritto sociale. In che modo? Introducendo un salario minimo differenziato, ossia non fisso e unico, per settori economici e mansioni.
Questo salario (calcolato su quello mediano svizzero, di riferimento, e una percentuale su di esso che sarà decisa dal Consiglio di Stato) sarà valido per tutte le imprese non coperte da contratto collettivo di effetto obbligatorio o da un CCL con salario minimo di riferimento e sarà applicato ad indigeni e frontalieri. "Questi ultimi" – è stato ribadito da Francesco Maggi – “sono in alcuni settori, come nell'edilizia, vitali; la nostra iniziativa non vuole quindi combattere il frontalierato”. Anche se, come dichiarato da Greta Gysin, “venendo a cadere il vantaggio economico di personale frontaliero, le ditte torneranno, laddove è possibile, a far capo a personale indigeno”.
Anche una voce della Lega
Nel comitato promotore figurano persone provenienti da diverse aree politiche, sociali e geografiche ("segnale di quanto reale e sentito sia il problema), tra cui anche la Lega dei Ticinesi, che per voce di Rodolfo Pulino ribadisce posizioni note proprio sulla questione del dumping salariale. “Questo tipo di salario” – ha affermato Pulino – “contrasterà l'abuso nell'assunzione incontrollata dei frontalieri (...) ponendo un limite alla corsa al ribasso che mette in concorrenza i lavoratori”.
Alessandra Spataro
La percentuale di dumping salariale riscontrata dalla commissione tripartita durante controlli
Call Center : >50% (CNL in vigore dal primo aprile 2007)
Estetiste : 10,5% (CNL in vigore dal primo aprile 2010)
Gommisti : 16,8% (CNL in vigore dal primo aprile 2012)
Fitness : 20,1% (CNL in vigore dal primo aprile 2013)
Vendita negozi con meno di dieci dipendenti: 12,7%
Fabbricazione di apparecchiature elettriche (solo personale con qualifiche basse): 47,7% (ricorso al TF pendente)
Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica (solo qualifiche basse): 10,3% (ricorso al TF pendente)
Gallery image - Verdi: "Salviamo il lavoro in Ticino"
Intervista a Greta Gysin
La vostra iniziativa in che modo si differenzia da quella lanciata a livello nazionale dall’Unione sindacale svizzera?
In primo luogo la nostra è un’iniziativa cantonale. Inoltre, quella dell'USS pone il minimo salariale a 4'000 franchi senza fare distinzione di settore economico e mansione. La nostra iniziativa non è comunque in contrapposizione a quella federale. Non sapendo se quest’ultima sarà accolta a livello nazionale (sono i cantoni di frontiera i più colpiti dal dumping salariale) preferiamo portarci avanti con le nostre proposte.
Quali potrebbero essere gli ostacoli che potreste trovare sul vostro cammino?
Ci sono ancora molte persone che sostengono che il dumping salariale non esiste. Ci sono però altrettante persone che vivono giornalmente sulla propria pelle questa realtà. Una critica che potrebbe essere sollevata è quella della libertà economica e a queste persone noi rispondiamo che la libertà economica non può venire prima di salari dignitosi che permettano alle persone di arrivare a fine mese senza problemi.
Nel vostro comitato fanno parte diversi partiti, tra cui la Lega che ha un profilo ben definito sulla questione frontalieri. Non vi preoccupa di presentarvi insieme su un tema così delicato?
Noi siamo abituati a lavorare sui contenuti, su questo tema la Lega ci sostiene. Non sono preoccupata in questo senso, ribadisco che la nostra iniziativa non è contro i frontalieri che sono necessari in diversi settori. Il fenomeno che vogliamo arginare è quello della sostituzione di lavoratori residenti con quelli che vengono da oltre frontiera, aspetto questo condiviso anche dalla Lega.
Dati su frontalieri e salari
A fine 2012, un impiegato su quattro era un frontaliero (più di 55'000). Secondo dati dell’Ufficio di statistica, il salario lordo mediano in Svizzera è rimasto inferiore del 15% rispetto a quello corrispondente a livello nazionale. Dal 2000 il divario fra il salario mediano dei residenti e quello dei frontalieri si è accresciuto, passando dal 14,7% al 18,4%.