Economia e Finanza

Banche alla prova di dazi e turbolenze sui mercati

Presentato uno studio sull’importanza degli istituti bancari nella Confederazione

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RG 12.30 dell’11.04.2025: Il servizio di Gianluca Olgiati sul settore bancario svizzero

RSI Info 11.04.2025, 12:30

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Di: ATS/Radiogiornale-Gianluca Olgiati/Swing 

Le turbolenze sui mercati e la guerra dei dazi stanno mettendo alla prova anche il settore bancario svizzero. Un elemento di incertezza che va ad aggiungersi alle discussioni politiche in corso sulle nuove regole da adottare per le banche di rilevanza sistemica, UBS in primis.

Crollo dei mercati, timori di recessione: la situazione è tesa, ma le “banche svizzere sono pronte ad affrontare anche simili situazioni” spiega Marcel Rohner, presidente di SwissBanking (l’associazione mantello dei banchieri elvetici), già alla testa di UBS nel picco della crisi finanziaria del 2008. La guerra dei dazi però non è indolore per le banche.

Gli istituti bancari, ha spiegato Rohner a margine della presentazione, oggi, venerdì, a Zurigo, di uno studio allestito dall’associazione, “guadagnano con la gestione dei patrimoni, e se questi perdono di valore, allora le banche hanno meno da guadagnare”. Lo stesso succede “se i tassi di interesse dovessero nuovamente diminuire”.

“Banche caposaldo dell’economia nazionale”, così dice lo studio evocato da Rohner. E per illustrare la situazione basta qualche cifra: le banche attive in Svizzera (senza considerare gli indotti) realizzano il 5% del prodotto interno lordo, danno complessivamente lavoro a 160’000 impiegati e contribuiscono al gettito fiscale della Confederazione con 7 miliardi di franchi. Stabili e competitive anche in futuro, ma a condizione che non si ecceda con la regolamentazione. E qui Swissbanking si allinea a quanto ribadito ancora ieri dai vertici di UBS, ovvero il no a requisiti più severi sul capitale proprio.

“È vero su questo punto le banche hanno la stessa opinione”, dice Rohner. Ma “il settore, e in particolare UBS, hanno già una capitalizzazione molto alta, anche rispetto ad altri Paesi”. Per il presidente di SwissBanking sono invece altri i punti su cui è possibile intervenire. “Due su tutti – spiega -. Ovvero rafforzare le possibilità di iniettare liquidità dalla Banca nazionale in caso di crisi, e adottare gli strumenti giusti che permettano - se necessario - di liquidare in modo ordinato anche una grande banca come UBS”.

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